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Corinaldo: genitori Emma contro il sindaco, 'sensibilità inadeguata al suo ruolo'

13 giugno 2019 | 18.19
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'Si dice tranquillo anche se indagato? Irrispettoso per le vittime'

(Lanterna Azzurra luogo della strage - Afp)
(Lanterna Azzurra luogo della strage - Afp)

"Se lei abbia una qualche responsabilità penale o civile in questa tragedia saranno i giudici a stabilirlo, ma da un punto di vista umano, ci permetta signor sindaco, lei ha mostrato una sensibilità inadeguata alla funzione e ruolo da lei ricoperto". E' questo uno dei passaggi di una lettera aperta, diffusa all'Adnkronos tramite il loro avvocato Luca Pancotti, scritta da Fazio Fabini e Angela Tempesta, genitori di Emma Fabini, la 14enne studentessa di Senigallia, una delle vittime più giovani delle sei che hanno trovato la morte nella strage avvenuta nella discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo (Ancona) ormai sei mesi fa, rivolgendosi al sindaco di Corinaldo Matteo Principi.

Il primo cittadino è stato indagato, nei giorni scorsi, in qualità di presidente della Commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. "Circa sei mesi fa, come premio per i meritevoli risultati scolastici, abbiamo concesso a nostra figlia Emma il permesso di passare una serata nel locale Lanterna Azzurra, situato nel territorio di Corinaldo, paese di cui lei è sindaco - scrivono i genitori di Emma nella lettera - Il permesso è stato dato come giusta ricompensa per il suo esemplare comportamento".

"Ebbene - ricordano Fazio Fabini e Angela Tempesta - da quella serata nostra figlia, così come altri quattro ragazzi ed una giovane mamma, non è più tornata. Da allora sei famiglie vivono nella disperazione, con il ricordo dei loro figli che meritavano di vivere la propria vita e di non vederla stroncare da questa assurda tragedia".

"Ora leggiamo le interviste che lei ha rilasciato, nelle quali si dichiara sereno - beato lei - e tranquillo per il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori. A noi francamente questa posizione sembra irrispettosa delle vittime e del dolore delle loro famiglie - sottolineano i genitori della ragazza - Aspetti almeno che sia la magistratura a svolgere il proprio lavoro. Lei invece già si auto-assolve, affermando di essere un politico che semplicemente ha messo per ultimo la propria firma su un documento, autorizzando l’agibilità di una struttura all’interno della quale, almeno secondo i periti del Tribunale, c’erano tante, troppe irregolarità nelle procedure autorizzatorie e nella gestione della sicurezza. Afferma anche che sono i tecnici a svolgere questo compito di controllo e che lei di questi tecnici ha piena fiducia".

"Se lei abbia una qualche responsabilità penale o civile in questa tragedia saranno i giudici a stabilirlo, ma da un punto di vista umano, ci permetta signor sindaco, lei ha mostrato una sensibilità inadeguata alla funzione e ruolo da lei ricoperto", affermano ancora Fazio Fabini e Angela Tempesta. "Sarebbe stato sufficiente esternare la sua vicinanza alle vittime e alle loro famiglie e chiudersi in un silenzio rispettoso - scrivono ancora i genitori di Emma - Riteniamo che avrebbe dovuto pensare a quelle giovani vittime o a qualsiasi altro adolescente, parente, amico, conoscente che avrebbe potuto trovarsi lì; ne’ possiamo immaginare che lei appartenga a quella schiera di persone che, conoscendo le reali condizioni della Lanterna Azzurra, si sono vantate di non mandare i propri figli in un locale sporco, vecchio e fatiscente".

"In conclusione la salutiamo, signor sindaco augurandole di poter convivere con la sua coscienza che nessun Tribunale potrà assolvere - concludono - Ricordandole che il politico è una persona eletta, cioè che si eleva sulla comunità che lo elegge, le auguriamo di dimostrarsi in grado di svolgere questo ruolo, rappresentando degnamente il paese di Corinaldo".

"Io la responsabilità morale la sento tutta, quando dico che sono tranquillo intendo che ho la coscienza pulita rispetto alle mie azioni. Il dolore è grande e non mi dò pace per quello che è successo", ha risposto il sindaco di Corinaldo Matteo Principi. "Io sono padre di quattro figli e riesco a comprendere le famiglie" delle vittime, ha aggiunto Principi spiegando di aver sempre risposto alle domande e "continuerò a farlo: proprio stasera c'è un consiglio comunale chiesto dall'opposizione" dopo gli sviluppi dell'inchiesta.

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