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Coronavirus affonda Piazza Affari

24 febbraio 2020 | 09.24
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(Fotogramma)
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Piazza Affari affonda sui timori della diffusione del coronavirus e dei possibili impatti sul Pil italiano. E contagia il resto d'Europa. Nel primo giorno di Borsa aperta dopo l'impennata di contagi nel lodigiano e del Nord Italia un'ondata di vendite si abbatte sulla piazza milanese e sulle consorelle europee. L'indice Ftse Mib chiude con un tracollo del 5,43% a 23.427 punti, mentre lo spread Btp-Bund si infiamma a 145 punti. I mercati temono che i drastici provvedimenti, con blocchi in ingresso e uscita delle città focolaio di Covid-19, possano essere presi anche per Milano e per il resto della Lombardia, con conseguenze sulla produzione e sull'attività economica italiana.

L'ondata delle vendite si diffonde anche alle altre piazze europee: Londra perde il 3,33%, Francoforte il 3,98% e Parigi il 3,94%. Male anche Wall Street, con il Dow Jones Industrial che sta lasciando sul terreno il 3,17% a 28.074 punti. Fra le materie prime il future sul petrolio Wti di aprile cede 5 punti percentuali a 50,7 dollari al barile. Stesso ribasso per il Brent a 54,8 dollari. Il bene rifugio per eccellenza, l'oro, viaggia invece in controtendenza e guadagna l'1,5% a 1.673 dollari l'oncia.

Sull'indice principale della piazza milanese, che non registra titoli in positivo, soffrono in particolare la moda, l'industria e i finanziari. Maglia nera del listino è però Juventus, che perde l'11,83% dopo la diffusione dei conti della semestrale in perdita per 50,3 milioni di euro. Fra i titolo della moda Ferragamo affonda dell'8,9%, Moncler del 5,36% e sul listino generale Tod's perde l'11,44%. Nel comparto industriale Cnh Industrial arretra del 7,65%, Leonardo del 6,71%, Fca del 6,13%, Pirelli del 6,19% e Prysmian del 4,71% Fra i finanziari Nexi cede l'8,61%, Azimut il 7%, Banca Generali il 6,86%, Banco Bpm il 6,64% e Ubi Banca il 6,55%. Unicredit, dopo la conferma che l'ad Jean Pierre Mustier non lascerà l'istituto, limita i danni con una flessione del 4,13%. Tim cede il 3,97% e limitano i danni anche i titoli delle utility.

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