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Coronavirus, allarme economisti: "Enormi tagli a sanità per regole austerity"

18 marzo 2020 | 15.47
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Giuseppe Di Taranto (Luiss) all'Adnkronos: "E' ora di cambiare assolutamente il patto di stabilità. Non si può scegliere tra salvare vite e deficit-debito".

L'economista Giuseppe di Taranto (Luiss)
L'economista Giuseppe di Taranto (Luiss)

(di Andreana d'Aquino)-

Nel pieno dell'emergenza coronavirus "l'Italia ora fa i conti con le regole dell'austerity che hanno costretto a procedere anche con enormi tagli alla sanità pubblica che oggi, ed è chiaro a tutti, si mostra strategica per combattere gli effetti del Covid-19". Intervistato dall'Adnkronos, a rilevarlo "con forza" è l'economista italiano Giuseppe Di Taranto, professore emerito di Storia Economica alla Luiss. "Le regole dell'austerity dettate da Bruxelles negli anni passati -argomenta- hanno costretto a tagliare la sanità pubblica in molte aree europee". E non solo. "Nel Sud d'Italia abbiamo registrato tagli alla spesa e al welfare" eppure, "proprio queste regole -osserva l'economista- hanno arricchito i Paesi del Nord Europa mentre si impoverivano in particolare i Paesi del Sud Europa".

"L'emergenza coronavirus ci mostra come ora bisogna cambiare assolutamente il patto di stabilità" è l'incipit che arriva ancora dall'economista che, inserendo in una vision europea il Decreto Cura-Italia, ribadisce come "in questo momento sia quanto mai opportuno sorvolare sull'aumento del deficit e del debito".

Di Taranto sollecita quindi un rapido cambio di passo sulle regole europee e ricorda che "mentre nelle corsie di ospedale i medici e gli infermieri italiani stanno facendo i conti con i tagli apportati nel tempo alla sanità pubblica, mentre i pazienti lottano per la sopravvivenza assistiti in ospedali aperti a tutti, che accolgono tutti i malati", ebbene in questa "gravissima emergenza" dettata dal nuovo coronavirus "non si può scegliere tra mettere in campo tutto il possibile per salvare vite umane o sforare deficit e debito: una nuova strada è ormai ineludibile e l'unica percorribile".

"In Europa -ricorda Di Taranto- ci sono circa 500 milioni di abitanti e di questi 120 milioni sono in stato di povertà mentre ben 50 milioni di cittadini si trovano in stato di deprivazione. Ciò mostra che le premesse dell'Ue si sono rivelate false promesse". All'indomani del Decreto Cura-Italia, Di Taranto osserva come "la Germania abbia stanziato 500 miliardi di euro, risorse accumulate anche grazie allo sforamento del tetto del 6% del surplus commerciale". "Il costante superamento del tetto del surplus commerciale della Germania è avvenuto nonostante la regola europea del 'Six Pack' che vieta di superare il 6% della media triennale del surplus della bilancia commerciale rispetto al Pil" sottolinea quindi l'economista che è critico anche verso la Banca Centrale Europea: "Avrebbe dovuto attuare un Qe ben all'inizio dell'emergenza coronavirus e non partire solo il 12 marzo, mentre la Fed si è messa a correre iniettando con rapidità miliardi di dollari di liquidità". "I 120 miliardi di euro di Qe entro l'anno decisi dalla Bce - e ricordiamoci che vale per tutta l'Unione Europea- sono una misura del tutto insufficiente" taglia corto Di Taranto.

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