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Coronavirus: anticorpi dei guariti riprodotti in laboratorio, progetto italiano

09 luglio 2020 | 17.28
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(Fotogramma)
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Riprodurre in laboratorio gli anticorpi sviluppati da chi sta superando l'infezione da Sars-CoV-2, per somministrarli a persone ancora malate o a rischio di contagio. E' la strategia al centro del progetto 'Pan-Anticovid19', finanziato dalla Regione Lombardia con oltre 500mila euro, che punta a costruire 'librerie' di anticorpi da guariti utili a superare i limiti della terapia con plasma convalescente. A vincere il bando di gara è stato un Consorzio italiano guidato da Genomnia, società del gruppo ab medica, insieme all'azienda ospedaliero-universitaria di Pisa (Unità operative di Virologia e Malattie infettive), al Laboratorio di Biologia della Scuola Normale Superiore (Sns) di Pisa e alla Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini di Roma.

Le librerie - spiegano gli attori del Consorzio - possono fornire un numero praticamente illimitato di anticorpi utili a neutralizzare il virus: una linea di ricerca con potenzialità sia terapeutiche, per la cura dei malati Covid-19, sia per la prevenzione di possibili infezioni nel personale sanitario più a stretto contatto con i malati. Un modo innovativo per sopperire alla limitata disponibilità di sieri, all'elevata variabilità interindividuale, alla non riproducibilità e al potenziale rischio derivante da contaminanti infettivi presenti nel plasma del donatore.

I 4 partner stanno lavorando sul plasma di 10 malati Covid-19 che sono riusciti a produrre autonomamente le risposte immunitarie e a guarire. Partendo da questi preziosi campioni, grazie alle tecnologie sviluppate da Antonino Cattaneo e collaboratori, nei laboratori Sns ed Ebri verranno dunque approntate librerie di anticorpi IgA, IgM e IgG. I primi risultati sono attesi per ottobre 2020.

"Il sangue di soggetti vaccinati o guariti dall'infezione è una delle migliori sorgenti di anticorpi neutralizzanti, ma soffre di gravi limitazioni come la quantità limitata, l'elevata variabilità, la non riproducibilità e il potenziale rischio infettivo del plasma del donatore - afferma Anna Moles, direttore scientifico di Genomnia - Con la tecnologia messa in campo dal Consorzio siamo in grado di immortalizzare e riprodurre gli anticorpi neutralizzanti contenuti nel siero dei pazienti convalescenti in maniera illimitata, creando librerie di anticorpi monoclonali, caratterizzandole attraverso tecnologie di sequenziamento Ngs (Next Generation Sequencing, ndr), in modo da poter ottenere misure di qualità e fornire una profilazione immunitaria globale della risposta anticorpale dei pazienti".

"La generazione sia di librerie Splint che Phage Display - dice Cattaneo - renderà i due approcci di selezione anticorpale perseguibili in parallelo, incrementando e accelerando così la probabilità di trovare i migliori anticorpi monoclonali per le fasi successive di sperimentazione pre-clinica e clinica".

Rispetto alla possibile strategia alternativa, che prevederebbe l'isolamento di singoli anticorpi monoclonali individuali da singole cellule contro una specifica proteina virale - precisa una nota - la strategia proposta dal Consorzio presenta "il vantaggio di fornire, da ciascuno dei pazienti donatori, una sorgente di anticorpi globale, riproducibile, rinnovabile e versatile da cui sviluppare anticorpi terapeutici e diagnostici contro un gran numero differente di proteine virali".

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