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Coronavirus, nuova stretta: Conte ha firmato decreto

22 marzo 2020 | 19.49
LETTURA: 3 minuti

Nuove misure sulle attività produttive del Paese (Il testo): consentite le attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi essenziali. Ecco chi chiude e chi resta aperto

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Il premier Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm con la nuova stretta sulle attività produttive del Paese a partire da domani.

Escluse, dunque su tutto il territorio nazionale, una serie di attività contenute in un elenco di 97 voci allegato al provvedimento. Le imprese avranno tre giorni, ovvero fino al 25 marzo, per la sospensione, "compresa la spedizione della merce in giacenza", si legge nel testo.

Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 76 del 22 marzo 2020.

"Sono consentite le attività che erogano servizi di pubblica utilità, nonché servizi essenziali" dall'ultima stretta. "Resta tuttavia ferma la sospensione del servizio di apertura al pubblico di musei e altri istituti e luoghi della cultura di cui all'articolo 101 del codice beni culturali, nonché dei servizi che riguardano l'istruzione ove non erogati a distanza o in modalità da remoto nei limiti attualmente consentiti", si legge nel testo.

"Le disposizioni del decreto" che ha determinato la nuova stretta anti-covid19 "producono effetto dalla data del 23 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020". La validità dei Dpcm e delle ordinanze finora emanate viene inoltre uniformata al 3 aprile. Le nuove restrizione "si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente del Consiglio 11/3/20 nonché a quelle previste dall'ordinanza del ministro della Salute del 20/3/20 i cui termini di efficacia, già' fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020", si legge infatti nel testo.

ECCO CHI CHIUDE E CHI RESTA APERTO

IL TESTO DEL DECRETO

"Ieri sera lo schema del nuovo dpcm, e il relativo allegato con la lista delle attività, era già pronto", si apprende da fonti di Palazzo Chigi. "Dopo la comunicazione del Presidente del Consiglio, sono però arrivate numerosissime richieste da aziende, anche quelle di una certa rilevanza per il sistema Italia, che adducevano varie motivazioni per giustificare la necessità di proseguire nelle proprie attività". Aziende, si spiega, che "invocavano comunque il carattere essenziale delle stesse, la rilevanza strategica ai fini dell'economia nazionale, lo scopo comunque connesso e accessorio rispetto alle attività consentite in via principale, la funzione strumentale alla risposta sanitaria in corso".

"Si è ritenuto quindi doveroso -si sottolinea- verificare con attenzione ogni richiesta. Per tutta la notte e per tutta la mattinata di oggi al Ministero dello sviluppo economico sono stati severamente impegnati a vagliare tutte le richieste. Questo spiega perché il Dpcm e l'allegato, con l'elenco definitivo delle attività produttive giudicate essenziali in questa fase di emergenza, sono stati pubblicati solo nel tardo pomeriggio di domenica".

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