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Coronavirus, Comune Prato: "600 cinesi restino in patria"

23 febbraio 2020 | 16.14
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(Afp)
(Afp)

"E' indispensabile rispettare le disposizioni governative quindi, in primo luogo, le persone devono rimandare il rientro dalla Cina". Lo afferma l'assessore all'Immigrazione del Comune di Prato, Simone Mangani, in vista del rientro nella città toscana di 600 cittadini cinesi mentre aumentano a Nord i casi di contagio da coronavirus.

"Abbiamo detto no alcune settimane fa e lo ribadiamo oggi: non esistono soluzioni fai da te, nessuna autorità sanitaria ci suggerisce ad oggi di individuare una soluzione che rischia di richiamare quella della famosa nave da crociera Diamond Princess ancorata al porto di Yokohama", precisa Mangani in merito alle dichiarazioni rilasciate oggi da Xu Qiulin (anche conosciuto come Giulin) , noto rappresentante della comunità cinese a Prato, sulla ricerca di immobili in cui stare in isolamento in vista del rientro dei connazionali.

L'assessore all'Immigrazione, con il sindaco di Prato Matteo Biffoni, alla riunione in Regione Toscana con i direttori sanitari per fare il punto della situazione, ha ribadito il no dell'Amministrazione comunale a soluzioni "fai da te".

"In ogni caso, sulle ipotesi prospettate da Giulin, deve essere chiara la posizione del Consolato cinese, che a nostro avviso dovrebbe invitare tutti a rimanere in Cina fino a nuova disposizione - aggiunge Mangani - Le preoccupazioni di carattere economico vengono dopo quelle per la salute pubblica. Sarebbe auspicabile per il futuro che Giulin o chiunque altro non invocasse soluzioni a mezzo stampa ma direttamente alle istituzioni. Peraltro, ad oggi, la collaborazione è stata data complessivamente da tutti i soggetti coinvolti".

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