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Coronavirus, l'azienda: "Attendiamo Iss su mascherine, fatica infernale'

01 aprile 2020 | 19.31
LETTURA: 3 minuti

Un'azienda della provincia di Varese ne produrrà 5mila al giorno

Coronavirus, l'azienda:

di Vittoria Vimercati

La Mocreal di Castellanza, cittadina in provincia di Varese, è una di quelle piccole aziende italiane convertite alla produzione di mascherine che attende l'autorizzazione a procedere dall'Istituto superiore di sanità. Il suo titolare, Massimo Carettoni, è fiducioso di poter partire dalla prossima settimana, con l'obiettivo di arrivare a confezionare almeno 4-5mila mascherine al giorno. "E' stata una fatica infernale, ma credo che per la risposta dell'Iss sia una questione di pochi giorni se non di ore", racconta all'Adnkronos l'imprenditore, che normalmente si occupa di abbigliamento femminile di alta gamma e lavora per grandi marchi del lusso.

"Abbiamo iniziato la ricerca circa due settimane fa, un po' per amor di patria e un po' per evitare la cassa integrazione ai nostri 21 dipendenti". La sua mascherina sarà una Fpp1 con tessuto 'sms', i tre strati di tessuto spunbond e meltblown, come da indicazione del Politecnico di Milano, che ha fornito solo da qualche giorno le linee guida per produrre i dispositivi chirurgici. Il prossimo passo è la certificazione dell'Iss.

"Il problema fondamentale è stato questo meltblown: un tessuto che è da troppo tempo appannaggio di aziende straniere: in Italia ci sono sempre arrivati prodotti a costi irrisori e abbiamo appaltato tutto all'estero, per poi ritrovarci, ora, con questo problema gigantesco".

Per Carettoni, "questa situazione ci deve indurre a riflettere: sui dispositivi di protezione non dobbiamo più dipendere dagli altri".

La filiera, argomenta, è andata in crisi perché non sapeva come trovare né come realizzare questo polimero. "Noi ci abbiamo messo più di una settimana, il problema vero è il tempo che si è perso". L'imprenditore, che lavora e lavorerà anche per conto terzi, è impaziente di cominciare: "Abbiamo un po' di tessuto per ora, altro ce ne arriverà settimana prossima, così da inviare i campioni all'Iss e poi partire a ciclo pieno".

Con le sue mascherine, lo stabilimento tra Legnano e Busto Arsizio rifornirà "civili, dipendenti di industrie che riapriranno e, stando alle indicazioni del Politecnico, anche alcune tipologie di medici".

L'orizzonte della produzione sarà temporaneo, ma può non essere limitato al prossimo trimestre. "Abbiamo fatto un'esperienza che potrà aiutare gli altri anche in futuro nel caso servisse ancora. E' chiaro che l'Italia dovrà fare scorte di mascherine e camici". Mai pensato di mollare? "Ci sono stati giorni in cui ho pensato di gettare la spugna, ma non fa parte del mio spirito: ho fatto un investimento e ordini al buio, ma questo fa parte del rischio e del mestiere dell'imprenditore".

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