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Coronavirus, Fontana e Zaia: "Servono misure più rigide"

19 marzo 2020 | 14.48
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Il presidente della Regione Lombardia: "Non si deve aspettare più niente. Oggi chiamo il premier Conte". Anche per il governatore del Veneto Zaia ci vuole una stretta: "In Veneto è un bollettino di guerra". Fontana sul 'Cura Italia': "25 miliardi sono niente"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Chi ha vissuto questa emergenza conferma quello che è assolutamente necessario fare. Bisognerà chiedere al nostro governo che vengano emessi provvedimenti ancora più rigorosi di quanto non sia stato fatto fino ad oggi". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in conferenza stampa parlando dell'emergenza coronavirus.

"Non si deve aspettare più niente. Si devono prendere le decisioni che ci sono state suggerite da chi ha vissuto questa esperienza e da chi è riuscito a sconfiggere il virus. Oggi parlerò sicuramente con il presidente del Consiglio e cercherò di capire cosa si piò fare nel più breve tempo possibile", ha aggiunto Fontana.

E' dello stesso avviso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che parla di "bollettino di guerra" nella regione. "Abbiamo 10mila persone in isolamento fiduciario - ha annunciato - 771 ricoverati, 80 più di ieri, il che significa un ospedale provinciale interamente dedicato a ricoverati. Nelle terapie intensive abbiamo 209 persone che sono numeri che normalmente si hanno in 'tempo di pace', numeri di base quando abbiamo da gestire solo le terapie intensive ordinarie e non in tempi di coronavirus".

"Ho parlato anche questa mattina con il ministro Speranza e io spero veramente che si adottino misure più restrittive rispetto ai passeggi, abbiamo delle foto - spiega il governatore - da cui si vede che le situazioni non sono assolutamente in linea con il tema del restare a casa, di aver prudenza". "Ordinanze rispetto ai passeggi, alle corse. Mi spiace, perché so cosa significhi non poter uscire, ma è pur vero che l'alternativa è la terapia intensiva, i ricoveri e i contagi. Spero inoltre che il Governo si decida a chiudere quei pochi negozi rimasti aperti la domenica, se non il sabato pomeriggio come in Germania".

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