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Coronavirus, Fontana: "No ad aperture differenziate tra regioni"

20 aprile 2020 | 13.40
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(Fotogramma)
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Regioni in Italia che dal 4 maggio aprono prima di altre costituirebbero "un grosso rischio, perché il contagio riesce a non diffondersi se c'è il rispetto di alcune regole". Lo dice il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, su Rai Radio 1, a proposito della possibilità di aperture differenziate tra regioni. "Se rispettassimo tutte le stesse regole riusciremmo a contenerlo. Se non siamo in grado di contenere il contagio, non c'è chi è più o chi è meno" immune, ribadisce. "Se il contagio riprende è un rischio per tutti. Io credo che si debbano fare valutazioni comuni tra regioni su riaperture".

Durante la cabina di regia nel weekend non si è parlato di questo. "No. E' uscito che si sarebbero date linee generali per tutto il Paese, e che saranno esaminati con dettaglio i tipi di aperture che si potranno fare". In questo caso, non considerando i codici Ateco, "ma filiere e circoli per mettere insieme cose omogenee tra di loro. Non abbiamo ancora parlato di questo argomento, verrà deciso nei prossimi giorno con le risultanze dei numeri".

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha fatto riferimento al 'crollo psicologico' di alcuni amministratori del nord. "Crollo psicologico? De Luca si confonde, è un po' che non mi telefona, non sono crollato ma sono lucidissimo". Quanto alla chiusura della regione del Sud, se la Lombardia ripartisse, "credo - ha detto Fontana - che De Luca abbia sbagliato sugli ingressi, queste scelte si fanno di comune accordo, non certo per imposizione di una parte sull'altra". Fontana chiosa con un post su Facebook: "Caro governatore Vincenzo De Luca, sappia che qualunque cosa accada noi non chiuderemo mai la porta ai 160mila italiani, tra cui circa 14mila campani, che ogni anno scelgono di venire in Lombardia per farsi curare”.

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