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Coronavirus, Galli: "Supermercati dovrebbero essere aperti h24"

20 marzo 2020 | 10.24
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Per l'infettivologo "se si riduce l'orario le persone non riescono a diluirsi"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"I supermercati dovrebbero essere aperti h24, con regole precise dal punto di vista del numero degli ingressi, per evitare gli assembramenti". Così Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco, parlando a Mattino Cinque delle nuove misure restrittive chieste per contenere l'epidemia di coronavirus. "Se io mi affaccio alla finestra di casa, vedo già persone in coda dalle prime ore del mattino per fare la spesa, che cercano di mantenere le distanze, ma che sono comunque in fila. Se si riducono gli orari, le persone non riescono a diluirsi. Per questo mi sembra l'ultima idea da portare avanti".

Per Galli, naturalmente, è necessario adottare tutte le misure di sicurezza, come "la distribuzione delle mascherine all'ingresso dei supermercati", ma sottolinea, "per imporre alla gente la mascherina bisognerebbe fare in modo che la gente possa metterla con certezza e che ne sia approvvigionata, questo è un problema da affrontare"

L'infettivologo sottolinea comunque che "ancora molte attività lavorative sono aperte: se non sappiamo in che condizioni sono le persone che, stando in casa tutto il resto della giornata, si muovo per andare a lavorare, è chiaro che continuiamo a perpetuare la circolazione del virus".

Per il primario del Sacco bisognerebbe fare più tamponi in Lombardia, e seguire meglio a domicilio. "È difficile rendersi conto di come si muove questa malattia visto che facciamo i tamponi solo a chi è fortemente sintomatico", dice in un'intervista a Repubblica, dedicata in particolare alla città di Milano.

Al giornalista che gli chiede se vorrebbe una maggiore estensione dei test, risponde: "Forse sarebbe il caso di aprire spazi al di fuori dei pronto soccorso, ci vogliono risposte diagnostiche decentrate. Non penso che vadano fatti tamponi a tappeto ma certo qualcuno in più servirebbe. A chi non è un contatto certo di un caso non si fa nulla. La gente viene lasciata a domicilio e non vorrei arrivare ad avere morti in casa misconosciuti. Alle persone bisogna stare vicino". Galli, ribadisce, vorrebbe che "le persone fossero meglio seguite a domicilio, non vorrei che ci trovassimo i morti nelle case".

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