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Coronavirus, Gino Strada: "La guerra è un'altra cosa"

30 marzo 2020 | 00.57
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"Nella guerra non ci sono solo i morti per i bombardamenti, c’è la fame, c’è la mancanza d’acqua, c’è la mancanza di un tetto, c’è l’incertezza totale rispetto all’ora successiva. Fortunatamente la maggior parte di noi quest’incertezza non ce l’hanno"

(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA

''La guerra è un’altra cosa. Nella guerra non ci sono solo i morti per i bombardamenti, c’è la fame, c’è la mancanza d’acqua, c’è la mancanza di un tetto, c’è l’incertezza totale rispetto all’ora successiva. Fortunatamente la maggior parte di noi quest’incertezza non ce l’hanno, il rischio ce l’abbiamo tutti ma insomma per molti direi che è un rischio estremamente basso”. Lo ha detto il fondatore di Emergency Gino Strada a Che tempo che fa su Rai2.

“Viviamo in un mondo carico di dolore. Quasi 1 miliardo di esseri umani soffre la fame, centinaia di milioni di persone sono esposte alla guerra e alle sue conseguenze, poi ci sono le malattie. Il mio pensiero in questo momento va all’Africa, dove stanno cominciando i primi casi e sono in aumento, l’Oms è già in allarme. Se dovesse scatenarsi l’epidemia là, dove le strutture sanitarie sono carenti, sarebbe probabilmente un disastro”.

La lezione alla fine dell'emergenza? “Capire che la sanità, la medicina e il curare persone come dovere preciso dello Stato può essere solo una sanità pubblica e gratuita. Non a caso nelle regioni in cui si è investito nella sanità privata e disinvestito in quella pubblica ci troviamo di fronte alle mortalità più alte. La sanità privata non ha un senso, non si può fare profitto sulle sofferenze degli altri; sarebbe come se legittimassimo di andare in giro, porta a porta, a vendere mascherine a 200 euro per farci profitto: non si può, è immorale. Occorre recuperare un’etica sociale, sia con i comportamenti individuali che con i comportamenti delle istituzioni e anche del privato. Noi stiamo assistendo a una straordinaria gara di solidarietà. Però poi bisogna farne tesoro, non si può ricominciare come prima”. "La sanità come la scuola e come il lavoro sono i pilastri di una società, dare queste cose in mano ai privati credo sia un gesto suicida” ha detto Gino Strada.

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