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Coronavirus, Giorlandino (Artemisia): "Per test di qualità rivedere prezzi dei centri privati"

29 ottobre 2020 | 18.29
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"Non si può fare la guerra del risparmio, rischia di tradursi in disservizio e rischio per i cittadini"

(Fotogramma)
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"In questo momento di disorientamento e paura per la popolazione è necessario agire in trasparenza, offrendo servizi di qualità ai cittadini, perché la loro salute viene prima di tutto. Per questo, rispetto ai tamponi per rilevare la positività al Covid, i centri privati responsabilmente devono offrire un servizio di massima qualità e sicurezza. Tutto ciò però ha un costo reale, in termini di materiali, strutture e personale. Per questo i prezzi indicati dalla Regione Lazio ai laboratori privati vanno rivisti. Non si può fare la guerra dell'economicità, perché il risparmio a volte può tradursi in disservizio". Lo afferma Mariastella Giorlandino, amministratrice dei Centri diagnostici Artemisia Lab, rete che conta 30 strutture sul territorio laziale.

"L'accordo siglato con la Regione - spiega all'Adnkronos Salute - dà un'indicazione del costo, ma non è arrivato da un piano di costi reali bensì solo da indirizzi che non comprendo. Bisognava raggiungere un prezzo più consono, altrimenti i centri comprano le 'cineserie' a prezzi stracciati. Se solo il materiale di un tampone antigenico quantitativo costa circa 13 euro, e necessita di un macchinario altrettanto costoso - ragiona Giorlandino - richiede 20-30 minuti, dunque se ne possono fare pochi per volta, richiede il lavoro di biologi, medici e infermieri per almeno mezz'ora, si arriva a 25 euro solo di spese vive. A questo si aggiungono tutti i percorsi e procedure di sanificazione, personale dedicato che deve essere protetto con altrettanto materiale di qualità che hanno un costo. Per esempio nei nostri centri abbiamo lampade germicide pagate 2mila euro a colonna, in ogni angolo della struttura, oltre a prodotti che costano 20 euro a flacone".

"Dunque - chiede Giorlandino - un tampone come può costare al pubblico 22 euro? A meno che non si scelgano materiali scarsi e si risparmi sulla sicurezza delle protezioni".

"Partendo dal presupposto che nessuno deve approfittare di questo momento difficile e speculare sulla pelle dei cittadini - prosegue Mariastella Giorlandino - bisogna affrontare questo tema in grande armonia e collaborazione con le istituzioni. Un prezzo onesto per un tampone antigenico è sui 30-35 euro, se se ne fanno due, come da letteratura scientifica, si possono offrire a 44 euro per andare incontro al cittadino (ognuno poi potrà aggiungere a sua discrezione 4-5 euro per il prelievo ecc). Per i sierologici dai 45 ai 50, per i molecolari dai 68 a 110. Altrimenti si offre il tampone qualitativo che costa meno, che ti dice la positività in quel momento, con il rischio che la gente vada in giro convinta di essere negativa, ma magari il giorno dopo è diventata positiva", afferma.

"L’interesse in questo momento - conclude - è la diagnosi certa al giusto prezzo di mercato. E nell'imprenditoria privata è nostra responsabilità dare l'eccellenza alle persone che si rivolgono a noi e ci danno fiducia".

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