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Coronavirus, il paziente 1: "Respirare la cosa più bella"

23 marzo 2020 | 17.51
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Il messaggio prima dell'inizio della conferenza della Regione Lombardia

Fotogramma
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"E' fondamentale stare in casa, la prevenzione è indispensabile, allontanarsi da propri cari e amici, non si può sapere chi è contagiato. Io sono stato molto fortunato, da questa malattia si può guarire". Lo ha detto il paziente 1, Mattia, in un messaggio prima dell'inizio della conferenza della Regione Lombardia. Nel suo primo messaggio dopo la fine del ricovero, Mattia parla di quando è tornato a respirare descrivendolo come "la cosa più semplice e bella". Nell'audio trasmesso dalla Regione Lombardia, la voce del 38enne lodigiano che coglie l'occasione per esortare le persone a restare a casa e per ringraziare i medici che l'hanno curato.

"E' difficile - esordisce - dopo questa esperienza fare un racconto di quello che mi è successo. Mi ricordo il ricovero a Codogno, poi mi hanno raccontato che per 18 giorni sono stato in terapia intensiva". Mattia è stato poi trasferito nel reparto di malattie infettive, "dove ho cominciato ad avere un contatto con il mondo reale e a fare la cosa più semplice e bella: respirare".

"Grazie Mattia per la forza dimostrata e per il messaggio lanciato, che è estremamente importante". Così il presidente lombardo, Attilio Fontana, commenta la testimonianza del il 38enne. Quella di Mattia, ha detto Fontana, "è una bella notizia. Il paziente uno ci racconta la sua esperienza e ci dice due cose importanti: la prima, 'state a casa', perché è l'unico modo per evitare che l'epidemia si diffonda e che un giorno non ci siano più letti a sufficienza per rutti i malati. La seconda è un appello rilanciato ai media: lasciatelo tranquillo, ha bisogno di riprendersi e ritrovare la serenità che gli è mancata".

Mattia "ora sta bene: lo conferma l'esito negativo dei tamponi a cui è stato sottoposto in questi giorni. A casa potrà condurre una vita normale, come quella di tutti noi, perché è da considerarsi guarito a tutti gli effetti". Sono le parole di Raffaele Bruno, direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, che ha seguito il paziente 1 d'Italia nella seconda parte del ricovero. "Guarire lui, dal punto di vista umano, in un mese mi ha insegnato che la normalità è un privilegio", racconta Bruno.

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