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Coronavirus in carcere, nuove misure per prevenire contagi

20 marzo 2020 | 19.56
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Isolamento in caso di sospetti sintomi e tamponi per i detenuti. Sospensione precauzionale dal servizio per la polizia penitenziaria

Coronavirus in carcere, nuove misure per prevenire contagi

"I detenuti già presenti in istituto, in caso di sintomatologia compatibile con il Covid-19, saranno temporaneamente sistemati in appositi spazi di isolamento: qui saranno visitati dal medico e, se necessario, sarà eseguito il tampone. Inoltre, in caso di prescrizione del tampone da parte del medico su un detenuto che debba essere trasferito verso un altro istituto, si dovrà aspettare necessariamente l’esito negativo dell’accertamento prima di procedere alla traduzione". Sono alcune delle nuove misure di carattere sanitario per prevenire il diffondersi del coronavirus in carcere, contenute nella nuova circolare che il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, ha inviato oggi ai Provveditori regionali, ai Direttori di istituto e ai Comandanti di reparto. Un provvedimento, spiega una nota, che integra la precedente nota del 13 marzo scorso con le misure contenute nel decreto-legge 'Cura Italia'.

La circolare prevede per il personale di Polizia penitenziaria, alla luce delle nuove norme introdotte nel decreto, la temporanea dispensa dal servizio, anche a fini precauzionali, in caso di contatto diretto o indiretto con un contagiato da Covid-19. Saranno le competenti autorità sanitarie a fornire al direttore dell’istituto un’adeguata valutazione del rischio di esposizione. Ai fini degli effetti economici e previdenziali, tali assenze saranno equiparate al servizio prestato e, nel caso dovessero compromettere attività irrinunciabili per l’ordine e la sicurezza dell’istituto, sarà compito dei Provveditorati adottare interventi di supporto, concordandoli con il Dap.

Sui dispositivi di protezione individuali (Dpi), la circolare chiarisce che il Dipartimento intende agevolare al massimo la produzione di mascherine chirurgiche negli istituti penitenziari, riconvertendo le lavorazioni dei laboratori sartoriali esistenti che utilizzano il lavoro retribuito dei detenuti. Una volta in regola con i necessari requisiti richiesti dalla legge, la produzione sarà attivata e sarà stabilito un programma di distribuzione delle mascherine.

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