+33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019). In controtendenza rispetto ad altri settori, crollo denunce nel Conto Stato per via smart working
Boom denunce di infortuni sul lavoro nella sanità e nell'assistenza sociale con l'emergenza coronavirus. E' quanto certifica l'Inail negli open data sul primo trimestre 2020 dai quali emerge che nel settore Ateco 'Sanità e assistenza sociale' si è registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +33% su base trimestrale e +102% su base mensile (marzo 2020 vs marzo 2019). I casi denunciati sono raddoppiati, passando dai 1.788 del marzo 2019 ai 3.613 del marzo 2020 (tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19).
A partire dalla rilevazione di marzo, infatti, nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le denunce relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere. Un dato in controtendenza quello del settore sanità e assistenza sociale, visto che, per il lockdown per la maggior parte delle attività produttive, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nel primo trimestre 2020 è diminuito del 11,3% nella gestione Industria e servizi (dai 115.764 casi del 2019 ai 102.657 del 2020), del 16,9% in Agricoltura (da 7.554 a 6.281) e del 35,9% nel Conto Stato (da 34.258 a 21.967).
Per quest’ultima gestione si è registrato a marzo un crollo delle denunce, dalle circa 11mila denunce del 2019 alle quasi mille del 2020 (-91,3%), per effetto dell’utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile dalla quasi totalità dei dipendenti statali e dell’assenza degli studenti nelle scuole/università statali, chiuse per evitare il propagarsi del contagio.
L’analisi territoriale evidenzia nel primo trimestre del 2020 un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: -15,2% nel Nord-Ovest, -17,6% nel Nord-Est, -17,8% al Centro, -19,1% al Sud e -14,7% nelle Isole. Se si limita il confronto al solo mese di marzo, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche risultano molto più evidenti (compresi tra il -38% e il -52%).
La flessione che emerge dal confronto dei primi trimestri del 2019 e del 2020 è legata sia alla componente maschile, che registra un -17,9% (da 98.902 a 81.203 denunce), sia a quella femminile, con un -15,3% (da 58.674 a 49.702). In marzo, in particolare, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le denunce si sono praticamente dimezzate per i lavoratori e ridotte di un terzo per le lavoratrici.
Nel trimestre gennaio-marzo, la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-17,6%), sia quelli comunitari (-12,2%) ed extracomunitari (-13,7%). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce.