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Coronavirus, Iss: "Criceti vulnerabili al contrario di maiali, anatre e polli"

22 aprile 2020 | 16.12
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(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

Non tutti gli animali sono vulnerabili al nuovo coronavirus. Se finora sono stati segnalati casi in alcuni pet, contagiati dai proprietari (per non parlare dei grandi felini dello zoo di New York), i ricercatori di tutto il mondo hanno provato a vedere come reagiscono altre specie alle infezioni in laboratorio. Ebbene, secondo alcuni studi, i criceti appaiono vulnerabili, al contrario di maiali, anatre e polli. E' quanto emerge dal nuovo rapporto tecnico dell'Istituto superiore di sanità, che fa il punto sulle infezioni negli animali e stila le precauzioni a tutela di questi ultimi e di coloro che ne se prendono cura nella pandemia.

Iss: "Gatti, furetti e cani vulnerabili: proteggerli da pazienti positivi"

Alcune "infezioni sperimentali sono state condotte in Germania presso il Friedrich Loeffler Institute somministrando Sars-CoV-2 per via intranasale a maiali, polli, pipistrelli della frutta e furetti. Furetti e pipistrelli sono risultati suscettibili all'infezione, a differenza dei maiali e dei polli. La replicazione virale più efficiente, con titoli più elevati, è stata osservata nei furetti. Inoltre, tre furetti non infettati sperimentalmente, posti nelle gabbie in prossimità dei furetti infettati, sono anch'essi risultati positivi".

Due recentissimi studi hanno indagato la suscettibilità del criceto (Mesocricetus auratus) all'infezione intranasale: "Entrambi i lavori documentano una significativa suscettibilità del criceto al virus. Gli animali - riferisce l'Iss - hanno sviluppato una sintomatologia lieve caratterizzata da letargia, pelo arruffato, moderata perdita di peso e aumento della frequenza respiratoria".

Il quadro clinico-patologico di questi animali "va incontro a progressiva e completa remissione dopo circa 2 settimane, allorché si osserva la comparsa di anticorpi neutralizzanti. Criceti sani, alloggiati nelle stesse gabbie di quelli infettati sperimentalmente, contraggono anch'essi l'infezione, segno della possibilità di trasmissione intraspecifica del virus". Il lavoro sperimentale citato in precedenza per gatti, furetti e cani ha testato anche animali di interesse zootecnico quali suini, anatre e polli, escludendo, nelle condizioni sperimentali adottate, la loro suscettibilità a Sars-CoV-2.

"Si tratta, però, di dati preliminari - ammonisce il report Iss - che necessitano di ulteriori conferme sperimentali, anche in funzione del fatto che Sars-CoV, strettamente correlato a Sars-CoV-2 dal punto di vista genetico e biologico, è stato in grado di infettare per via naturale la specie suina".

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