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Coronavirus, "Italia ha chiesto aiuto a fine febbraio, nessun paese Ue ha risposto"

21 aprile 2020 | 12.56
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Il commissario europeo alla Gestione delle Crisi Janez Lenarcic: "Ora molte offerte assistenza, ma allora non c'erano"

(Afp)
(Afp)

Alla fine di febbraio, quando l'Italia del Nord combatteva una lotta disperata contro la pandemia di Covid-19, il governo chiese l'attivazione del Meccanismo Ue di Protezione Civile, ma "purtroppo, in quel momento, non c'è stata nessuna risposta" da parte degli altri Paesi dell'Ue . A spiegarlo è il commissario europeo alla Gestione delle Crisi Janez Lenarcic, intervenendo in videoconferenza nella commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles.

Proprio l'assenza di risposte, ha precisato Lenarcic, ha spinto la Commissione a lavorare da "subito" per avere una base giuridica che consentisse all'esecutivo Ue di avere una capacità autonoma di intervento, senza dover dipendere dai contributi degli Stati membri. L'equipaggiamento della riserva strategica Ue (mascherine, materiale protettivo, respiratori, eccetera), dice Lenarcic, "è ora in corso di acquisizione, perché prima non c'era la base giuridica per costituire una capacità europea. Per questo serve una base giuridica e in particolare serve l'accordo degli Stati membri".

Lenarcic ha spiegato che "alla fine di febbraio quando arrivò la lettera dell'ambasciatore Maurizio Massari (rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue, ndr), la Commissione immediatamente, lo stesso giorno, la stessa ora ha attivato il Meccanismo Ue di Protezione Civile e ha chiesto agli Stati membri di rispondere. Purtroppo, in quel momento non c'è stata alcuna risposta". "Più tardi - ha aggiunto Lenarcic - ci sono state e ora ce ne sono molte, ma in quel momento non ce n'è stata alcuna".

"E' per questo - ha ricordato Lenarcic - abbiamo iniziato a lavorare subito per allargare la base giuridica per il meccanismo RescUe, per migliorare questo tipo di equipaggiamenti, per evitare di ritrovarci in futuro in una situazione simile, in cui non ci sono risposte alle richieste di uno Stato membro sopraffatto dall'emergenza che deve affrontare". "Una volta che questa capacità sarà pronta - ha detto ancora Lenarcic - sarà conservata in uno o più Stati membri: stiamo parlando con diversi Stati per sviluppare e ospitare questa riserva". "Una volta che sarà pronta, andrà immediatamente a coloro che richiedono aiuto e che si trovano in uno stato di bisogno, in accordo con la metodologia di distribuzione, che tiene conto dei bisogni e cerca di assicurare che il materiale finisca a chi serve", ha concluso Lenarcic.

Il commissario si è detto poi ottimista sul fatto che le "terapie per la Covid-19 siano disponibili presto". Per quanto riguarda il vaccino, Lenarcic sottolinea che la conferenza dei donatori che la Commissione organizzerà on line per il 4 maggio dovrebbe aiutare "ad accelerare sullo sviluppo del vaccino".

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