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Coronavirus, Lopalco: "Coda epidemia potrebbe essere lunga"

07 aprile 2020 | 08.44
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Afp
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"Molto difficile" dire quando sarà possibile riaprire "perché la coda di un'epidemia così vasta potrebbe essere anche lunga, quindi non parliamo di giorni ma di settimane". Così Pier Luigi Lopalco, responsabile coordinamento regionale emergenze epidemiologiche Puglia, in collegamento con Agorà su Rai3. "I dati sono confortanti nel senso che la curva epidemica sta decrescendo - spiega -, il numero dei morti lo dobbiamo commentare come sempre con grande tristezza, però c'è da dire che i decessi non sono altro che il risultato di infezioni avvenute diverse settimane fa".

Sull'uso della mascherina, Lopalco spiega che "se non saremo in grado di tenere una distanza di sicurezza, la mascherina da oggi in poi, inutile fare polemiche su obbligatorietà o meno, sarà semplicemente un gesto di buona educazione come negli anni '20 era buona educazione non sputare per terra per evitare la tubercolosi".
"In generale, quando ci si avvicina ad una persona bisogna indossare la mascherina a meno che non sia un convivente: la mascherina dobbiamo imparare ad utilizzarla. Se mi trovo in una strada che può essere affollata, la mascherina va portata. Se io non posso rispettare la distanza di sicurezza, devo indossare la mascherina; se poi sono in un ambiente confinato, ancora di più: un mio vicino di scrivania anche se a più di un metro potrebbe respirare mie droplets perché ci troviamo in una stanza chiusa". E in estate a luglio? "L'effetto della mascherina sull'abbronzatura ve lo potete immaginare...".

"In questo momento - continua Lopalco -, se noi facciamo un test sierologico a tutti gli italiani, la stragrande maggioranza, oltre il 90%, sono negativi agli anticorpi".

"Quindi la quota di persone che possono infettarsi è enorme in tutta Italia fatta eccezione per quelle zone dove il virus ha circolato molto attivamente ma per il resto d'Italia, se noi facciamo un test a tappeto, di positivi ne troveremo molto pochi - spiega - La ripartenza deve essere fatta considerando tutta la popolazione potenzialmente a rischio di contagio".

"Bisogna evitare i luoghi di aggregazione: le chiese, come le scuole, come qualunque altro luogo dove si raduna una certa folla e poi queste persone tornano a casa sono i classici luoghi che possono riaccendere la miccia - continua - Se oggi succede un pasticcio, ce ne accorgeremo tra 1-2 settimane e poi dobbiamo ricominciare tutto da capo. Proprio ora dobbiamo essere attenti a quello che facciamo".

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