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Coronavirus, morto medico di famiglia nel bergamasco

17 marzo 2020 | 17.48
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Per il segretario generale della Federazione italiana dei medici di famiglia, Scotti, si tratta di "un'altra vita che si sarebbe potuta salvare se solo ci avessero dotato di protezioni"

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"Nuovo lutto tra i medici di famiglia, ci ha lasciato un altro collega: Mario Giovita che avrebbe festeggiato il suo compleanno il prossimo 27 aprile, ed è alla sua famiglia che va il nostro più sincero abbraccio. Un'". Lo denuncia Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg). Giovita, classe 1954, era medico di Caprino Bergamasco. Scotti punta il dito contro quelle amministrazioni, politiche e sanitarie, "che hanno abbandonato i medici della medicina generale al loro destino. Lasciandoli privi di quei dispositivi di protezione individuale che per i medici di medicina generale sono anche strumenti di protezione collettiva".

"Esporre noi a un così alto rischio di contagio - ricorda Scotti - significa anche mettere a repentaglio la salute dei cittadini più fragili, quelli che quotidianamente assistiamo sul territorio per fare in modo che possano gestire complessi quadri di cronicità". Scotti si chiede ancora una volta dove sia finito il rispetto dell'articolo 32 della Costituzione. "Siamo noi medici la Repubblica di cui parla l'articolo 32, siamo noi lo Stato, siamo noi le Regioni forti del nostro Titolo V, siamo noi i direttori generali che in questo momento non dovrebbero distinguere tra dipendenti e convenzionati? A quanto pare siamo abbandonati dalle Istituzioni, ma non siamo soli. Perché al nostro fianco si stanno schierando sindaci e cittadini".

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