Il ministro del Bilancio della Prima Repubblica specifica che la sua proposta "non è un condono, bensì un concordato preventivo"
"Un contributo di cittadini abbienti e società in cambio di una 'pace fiscale', cioè senza accertamenti, lunga quattro anni": questo il patto fra lo Stato e i più ricchi proposto da Cirino Pomicino, alla condizione, però, che "in ciascun anno, reddito e fatturato dei contribuenti che accoglieranno l'invito devono aumentare almeno dell'1,5 per cento".
In un intervista su Repubblica, il ministro del Bilancio della Prima Repubblica specifica che la sua proposta "non è un condono, bensì un concordato preventivo da scrivere per il bene del nostro Paese e senza un aumento dell'indebitamento che lo schiaccerebbe definitivamente".
E non si tratterebbe nemmeno di una "tassa obbligatoria", ma di un "versamento volontario, a fondo perduto da 30mila euro a 10 milioni secondo il reddito o il fatturato, da versare in due annualità", precisa l'ex ministro Dc, aggiungendo che ovviamente la richiesta è rivolta ai più fortunati, e non certo ai pensionati, che dovrebbero sentirsi altrettanto generosi di medici e infermieri".