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Coronavirus, priore Abbazia Farfa: "Allarme esagerato, in chiesa meno fedeli del solito"

28 febbraio 2020 | 19.01
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Padre Gargiulo, 'gruppi o singoli studiosi rinunciano a venire ma qui la vita scorre tranquilla, pregheremo per i contagiati'

(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

Gli effetti collaterali del coronavirus colpiscono anche piccoli borghi italiani che vivono soprattutto di cultura e turismo. Succede nelle aree dei focolai del Nord ma anche a chilometri di distanza dove non c’è alcun rischio. Allora l’invito è affidarsi alla razionalità, più che al terrore. A Farfa, un borgo dalla storia millenaria, nel cuore della Sabina, che conta 35 abitanti oltre alle comunità religiose di monaci benedettini e delle suore Brigidine (si arriva al massimo a 50 anime), il priore dell'Abbazia di Santa Maria, don Eugenio Gargiulo, registra con rammarico il fioccare delle disdette. “Si è creato un allarme sociale esagerato, mi sembra che vi sia una psicosi collettiva”, denuncia all’Adnkronos il monaco benedettino, esortando piuttosto al buon senso.

“Qui a Farfa la vita scorre tranquilla, tra gli abitanti non c’è preoccupazione. Le celebrazioni liturgiche continuano regolarmente ma ci sono meno fedeli del solito. Tra loro finora nessuno si è presentato con la mascherina”, aggiunge don Gargiulo sottolineando poi che al di là delle disposizioni emanate per fronteggiare l’epidemia quando la situazione è precipitata in Italia, compreso lo stop dei viaggi d’istruzione, “gruppi di fedeli o singoli studiosi che si recano nella biblioteca statale che vanta, tra l’altro, preziosi manoscritti medievali e si trova all’interno del complesso abbaziale - monumento nazionale, ricordo - stanno rinunciando a venire. Questa mattina ho, per esempio, ricevuto la disdetta da parte di un gruppo proveniente dalle Marche”. Un guaio per il piccolo borgo del reatino, disseminato di botteghe artigiane, che vive soprattutto di cultura e turismo.

Spesso il priore di Farfa dice di ricevere da parte dei fedeli, provenienti da ogni dove, richieste di preghiere, “espressione di pace, che vanno nella direzione del bene comune e sociale”. “L’egoismo non è un atteggiamento cristiano”, evidenzia don Gargiulo aggiungendo subito dopo che sarà dedicata in questi giorni “una preghiera per quanti stanno vivendo ore di difficoltà”.

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