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Coronavirus, Ricciardi: "Da Ue risposte troppo lente"

13 luglio 2020 | 10.02
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Secondo il consigliere del ministero della Salute, “i veri problemi arrivano da Brasile, Russia, India, Usa, Messico, Perù, Cile, Ecuador, paesi oggi fuori controllo”

(Afp)
(Afp)

"Noi dobbiamo reagire al momento, non possiamo pregiudicare la situazione di un Paese che ha fatto tanto ed è stato colpito per primo". Questo l'auspicio di Walter Ricciardi, docente di Sanità pubblica all'università Cattolica e consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, che in un'intervista a 'il Messaggero' ribadisce la necessità di una risposta rapida di fronte a un'Europa "ancora troppo lenta nei confronti delle minacce imminenti". Secondo l'esperto, "sarebbe meglio che i Paesi dell'Unione si mettessero d'accordo nel delegare alla Commissione più poteri, dato che la salute è una responsabilità degli Stati membri: un accordo in base al quale, quando ci sono situazioni straordinarie, come questa pandemia, possano essere attivati meccanismi di coordinamento più forti. Ma questo richiede tempo, trattative e alla fine i singoli Paesi membri decidono da soli".

"Le spinte economiche spesso portano a decisioni sbagliate - sottolinea Ricciardi, riferendosi ai Paesi che "aprono le frontiere per incentivare il turismo e non si rendono conto che invece incentivano l'ingresso del virus in Europa. Nell'ordinanza del Governo, ancora più attenta della precedente, è stato deciso il blocco dei voli diretti, ma anche quello alle frontiere dei passeggeri che vengono dai Paesi a rischio con voli intermedi. Purtroppo l'ipotesi di tamponi negli aeroporti non è fattibile, non essendoci affidabilità dal punto di vista tecnico e anche perché in un aeroporto arrivano migliaia di persone ogni giorno: invece bisogna limitare i rischi a monte, mentre Paesi come Svezia, Gran Bretagna e nei Balcani non hanno fatto quasi niente per contrastare la diffusione del virus. Non è accettabile che le persone da quei Paesi vengano in Italia".

Comunque per Ricciardi "i veri problemi arrivano da Brasile, Russia, India Usa, Messico, Perù, Cile, Ecuador, Paesi oggi fuori controllo. Al contrario del trasporto ferroviario, dove nei treni, almeno in Italia, c'è garanzia di igiene, nella stragrande maggioranza del trasporto aereo questo non avviene: il settore in questo momento non è sotto controllo".

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