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Coronavirus, Salvini: "Siamo in guerra, chiudere tutto"

12 gennaio 2015 | 14.46
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"Chiudere tutto, c'è emergenza sanitaria. C'è una pandemia, non un'infuenzina". Matteo Salvini, in una lunga diretta Facebook dal suo ufficio al Senato, ribadisce la sostanziale bocciatura per il decreto firmato ieri dal presidente del Consiglio.

"Porteremo altre proposte, quello che è stato fatto sinora non basta. Non lo dico io, lo dicono gli italiani che nella vita reale non capiscono chi, perché, come, quando. Se si deve chiudere, si chiude. Che senso ha tenere aperti negozi in cui non va nessuno? Non ha senso", dice il leader della Lega.

"Teniamo aperti gli esercizi per mangiare e per curarsi, agli artigiani chiediamo la reperibilità. Quello che è fondamentale apre, gli altri hanno diritto a stare a casa. Idem per fabbriche e imprese, non è stato deciso nulla, è stato lasciato tutto al buon cuore degli imprenditori: non c'è nessuna indicazione", aggiunge.

"Noi siamo collaborativi, propositivi e leali, ma se qualcosa non va lo diciamo: non voglio essere 'complice' di una situazione che, mi sembra, stia sfuggendo di mano. Chiudere tutto significa chiudere tutto, serve un governo forte con idee chiare e precise, servono regole certe, non interpretabili", afferma ancora. "Solo in Lombardia siamo arrivati a 617 morti. Nelle residenze per anziani siamo arrivati a 80 morti. Morti. Siamo in guerra e in guerra non si adottano le mezze misure. O è chiuso o è aperto. Se sbagli, paghi. Se non rispetti le regole, paghi".

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