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Corte dei Conti: “Nessuna istituzione è indenne dalla corruzione”

26 giugno 2014 | 13.23
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Il procuratore generale: “Nessuno può ritenersi esente dagli obblighi di vigilanza”. Poi su Expo 2015: “Autorizzate deroghe a numerose disposizioni normative e soppressi controlli”. Via libera a rendiconto generale dello Stato 2013. Expo 2015, Cantone s’insedia: “Appalti poco chiari, in Italia corruzione sottovalutata”

Corte dei Conti: “Nessuna istituzione è indenne dalla corruzione”

La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni o al riparo e quindi esenti dagli obblighi di vigilanza. Inoltre, nessuna istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra da responsabilità di fronte al suo dilagare”. E’ il monito che arriva dal procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola.

La corruzione, osserva, “è uno dei fattori che condizionano gravemente l’economia del Paese, al pari dell’evasione fiscale, dell’economia sommersa e della criminalità organizzata”. “I contesti in cui essa si sviluppa sono i più vari - evidenzia - non si limitano al mondo degli appalti né all’aspetto dell’illecita dazione di denaro o di benefici. Essa trova facile terreno nell’evasione e nel sommerso ed è un mezzo congeniale agli ambienti criminali”.

Su Expo troppe deroghe e soppressione controlli - Il procuratore parla anche di Expo 2015, sottolineando che “sono state autorizzate deroghe a numerose disposizioni normative e soppressi controlli preventivi e di gestione”. Nottola rimarca che le norme vanno semplificate ma senza ‘‘la soppressione di regole e controlli: invece questi vengono via via smantellati in base alla motivazione della somma urgenza ovvero dell’emergenza, che giustificano deroghe ai codici degli appalti e ai principi della concorrenza, nonché l’abolizione di controlli preventivi e di gestione, anche attraverso il sistema di estendere ai cosiddetti grandi eventi la normativa speciale per la protezione civile. Un esempio è proprio l’Expo-Milano 2015”.

Via libera a rendiconto generale dello Stato 2013 - La Corte dei Conti ha dato il via libera al rendiconto generale dello Stato 2013. Nella relazione si evidenzia che “il peso del debito accumulato in passato rende il nostro Paese più vulnerabile dei grandi Paesi europei” ma “nel periodo più recente l’Italia appare aver impresso un’intonazione ‘virtuosa’ alla gestione della finanza pubblica, testimoniata dal livello dell’avanzo primario che è di entità confrontabile con la Germania”.

Per la Corte dei Conti è necessaria “una redistribuzione del carico tributario intesa a favorire i fattori produttivi, redditi da lavoro e impresa. Un’operazione questa decisiva anche nell’ottica della ripresa dell’economia”.

Non solo tagli, ripensare confini Pa - Quanto alla Pa, non serve solo un’azione di razionalizzazione e di tagli degli sprechi ma anche di “ripensamento dei confini entro cui opera l’amministrazione pubblica, delle modalità di prestazione dei servizi alla collettività e delle modalità di accesso agli stessi in un contesto sociale e demografico profondamente mutato’’. “Si tratta di un impegno - si aggiunge - che può essere affrontato solo alla luce di una chiara strategia di governo della spesa e di selezione dei terreni su cui è chiamato ad incidere l’intervento pubblico. Un ridisegno, quindi, frutto di una forte volontà politica e di un profilo ben definito di quello che deve essere il sistema pubblico dei prossimi decenni’’.

Per la Corte “non si tratta solo di eliminare gli sprechi e di riorganizzare le modalità di produzione e di accesso ai servizi. Occorre affrontare direttamente il tema della sostenibilità futura di un sistema di prestazione di servizi alla collettività (dalla salute e l’istruzione alle imprese e all’ambiente) originariamente concepito in un contesto economico, sociale e demografico più favorevole’’.

Riequilibrio conti gravoso, meno intervento pubblico - Per la Corte dei Conti è inoltre necessario ‘‘affrontare il tema del ‘perimetro’ dell’intervento pubblico nell’economia che appare oggi di un’estensione incompatibile con i vincoli presenti e prossimi venturi”. La magistratura contabile segnala anche ‘‘un aspetto critico” da affrontare nel Paese ‘‘in vista di un percorso di riequilibrio dei conti ancora gravoso e in presenza di una crescita economica limitata. Si tratta della riluttanza anche solo a ragionare sull’ipotesi di un bilancio pubblico con meno spese e meno entrate”.

Per la Corte dei Conti la necessità ‘‘di condurre una radicale revisione della spesa impone un attento monitoraggio degli effettivi risparmi conseguiti. Premessa indispensabile - conclude il documento - per avviare un più deciso percorso di riduzione della pressione fiscale”.

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