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Cos'è la pertosse

02 agosto 2018 | 13.45
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Colpisce prevalentemente i bambini sotto i 5 anni e provoca infezioni alle vie respiratorie che possono diventare molto gravi, addirittura mortali. La pertosse, malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, torna a far paura dopo che due neonate sono morte all'Ospedale Papa Giovanni di Bergamo dopo averla contratta. Causata dal batterio 'Bordetella pertussis', spiega l'Isituto Superiore di Sanità, la pertosse viene annoverata fra le malattie infantili, come la rosolia, il morbillo, la varicella e la parotite. Ha un periodo di incubazione di circa 10 giorni e, contrariamente ad altre malattie infettive, può colpire anche i neonati di madre immune. Sembra infatti che gli anticorpi materni che costituiscono le loro prime difese non siano in grado di proteggerli contro questa infezione.

COME SI CONTRAE - L'uomo è l'unico serbatoio noto del batterio. Di conseguenza, riferisce l'Iss, la trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani. In particolare, il contagio avviene per via aerea, probabilmente attraverso goccioline di saliva diffuse nell'aria quando il malato tossisce.

SINTOMI - Il batterio della pertosse causa infezioni alle vie respiratorie che possono essere inapparenti, ma anche estremamente gravi, specie quando il paziente è un neonato. L'esordio della malattia si manifesta con una tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e copiose secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane. Progressivamente la tosse diventa parossistica e si associa a difficoltà respiratorie: è la fase convulsiva, che può durare più di 2 mesi in assenza di trattamento. In seguito a parossismi, si possono verificare anche casi di apnea, cianosi e vomito. Nei bambini piccoli, le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti). I colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie sottocongiuntivali e nel naso.

TERAPIA- Un adeguato trattamento antibiotico permette la guarigione in una quindicina di giorni. Se viene preso prima della fase parossistica, l'antibiotico abbrevia il tempo di contagiosità e la durata della malattia, ma i sintomi non sempre vengono ridotti. Per alleviare i sintomi, vengono prescritti anche antitussivi, sedativi, antispasmodici.

PREVENZIONE - In Italia la vaccinazione è obbligatoria e viene somministrata nei bambini a partire dal compimento dell'ottava settimana di vita. A causa della perdita di immunità nel tempo, sono necessari più richiami: la prima dose, la seconda e la terza vengono fatte a 6-8 settimane di distanza, a cui si aggiunge un'ultima dose di richiamo verso i 2 anni.

DIFFUSIONE - La pertosse è diffusa in tutto il mondo, ma è diventata assai rara, specialmente nei Paesi in cui è stata introdotta la vaccinazione generalizzata nell'infanzia. Oggi il 90% dei casi di pertosse si registrano proprio nelle popolazioni in cui non viene effettuata la vaccinazione, e in questi casi la pertosse può portare a una mortalità elevata nei bambini. Nelle popolazioni vaccinate si è osservato un ritorno della pertosse a causa della perdita progressiva di immunità e, in effetti, quando è stato introdotto il vaccino 30 anni fa non venivano utilizzate le dosi di richiamo.

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