Una maxi evasione da 11 milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Sibari, che ha individuato anche 319 braccianti agricoli e una dichiarazione fittizia di 25mila giornate lavorative, pari a oltre 68 anni, al termine di un accertamento nei confronti di un consorzio agricolo. Il gruppo economico aveva chiesto pure un contributo pubblico di tre milioni di euro e indebitamente percepito 2,2 milioni per un programma di investimenti.
Per realizzare la truffa sono state costituite due società e utilizzate fatture false per quattro milioni. La prima società aveva il compito di sovrafatturare (per circa il 150%) il costo dei lavori, delle prestazioni di servizio e delle cessioni di beni oggetto di finanziamento; la seconda, attraverso l’emissione di fattura false, consentiva la restituzione finanziaria del denaro. Per dissimulare la situazione economica reale della società, il consorzio teneva inoltre una contabilità parallela.