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Emozioni

Così veloci a giudicare così lenti a lodare, uno studio spiega il perché

04 dicembre 2015 | 17.53
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Una nuova ricerca della Duke University aiuta a spiegare il paradosso del perché siamo sempre pronti a biasimare le persone per le loro azioni, ma siamo molto più lenti a dare loro credito. Pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports', lo studio è "il primo a utilizzare strumenti della neuroscienza per cercare di spiegare perché le persone tendono a giudicare le azioni negative come intenzionali, mentre le positive come fortuite", spiega l'autore principale Lawrence Ngo.

Il team ha valutato differenze nei tratti di personalità e altri indicatori psicologici in un gruppo di persone. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno anche analizzato l'attività del cervello delle persone mentre vengono presentati loro degli scenari astratti. Il team ha scoperto che le persone usano due diversi meccanismi per giudicare quanto intenzionale sia un'azione. Se questa ha prodotto un effetto negativo, i partecipanti hanno più probabilità di attingere da aree cerebrali coinvolte nell'elaborazione delle emozioni (in particolare, l'amigdala, ben nota per il suo ruolo nelle sensazioni negative). Ma se l'azione ha prodotto un effetto positivo, è meno probabile che si attivi l'amigdala. Ora gli esperti stanno progettando nuovi studi sulla fiducia, l'inganno e l'altruismo.

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