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Libri: Costanza Rizzacasa d'Orsogna, 'Il disturbo alimentare ti mangia la vita'

27 febbraio 2020 | 18.00
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La scrittrice Costanza Rizzacasa d'Orsogna
La scrittrice Costanza Rizzacasa d'Orsogna

"Il disturbo alimentare ti mangia la vita, tutto quello che mangi diventa un'ossessione. Ti condiziona. E io, con questo romanzo, volevo fare vedere tutto questo dolore". Costanza Rizzacasa d'Orsogna, giornalista e scrittrice, non ha avuto paura di raccontare in un libro ('Non superare le dosi consigliate', Guanda, 250 pagg., 18 euro), il suo difficile rapporto con la grassezza che aveva fin da bambina, quando la mamma le dava le compresse di lassativo a cena pensando di farle perdere peso. Ha prestato il suo vissuto alla protagonista del libro, che si chiama Matilde, una ragazza con disturbi alimentari. Cresce vedendo la sua mamma vomitare tutti i giorni. Un libro "molto crudo", come lo definisce lei. "E' chiaramente un'opera narrativa, un romanzo - spiega in una intervista all'Adnkronos - Se da un lato, ho scelto il tono che si addiceva a me, dall'altro lato pur non essendo un manifesto ma un romanzo, è chiaro che una certa parte di denuncia c'è. Volevo denunciare il dolore, innanzitutto, delle persone che vivono tra un disturbo alimentare e l'altro, le persone che sono affette da un disturbo alimentare che condiziona la loro vita".

"Volevo fare vedere questo dolore e il dolore delle persone obese, affette dal 'binge eating', che è il disturbo delle abbuffate incontrollate. E questo è un disturbo molto più diffuso di quanto non si pensi. Non solo nella società americana, ma anche da noi. Molto superiore all'anoressia e alla bulimia". "Ma- denuncia - non se ne parla. Siamo sempre portati a parlare di anoressia. Nel libro, la mamma di Matilde è bulimica ma né la mamma né Matilde sanno che è bulimica. Negli anni Settanta non se ne parlava e tante cose non ci sapevano".

Costanza Rizzacasa d'Orosgna sottolinea che il titolo 'Non superare le dosi consigliate' è "fortemente ironico perché in questo libro le dosi si superano eccome". "Ed è anche la summa di tante cose, chiaramente tutta la vita del mio personaggio supera le dosi consigliate, con l'amore, con l'odio, con il cibo". La vita di Matilde e del fratellino più piccolo Leo è stata "fortemente condizionata" da una madre bulimica e così quando la piccola Matilde inizia a prendere peso, la madre comincia a darle i lassativi. Tanti, tantissimi lassativi. "Ma cosa succede a una bambina a cui dai un blister intero di lassativo? Che finirà per perderli per tutta la vita". "Tra l'altro Matilde ha amato così tanto la propria madre che ha innescato un circolo vizioso - dice Costanza Rizzacasa d'Orsogna - e se smette di prendere i lassativi è come se tradisse la propria madre". "Volevo fare vedere questi errori enormi - dice - ma non c'è rancore in Matilde".

Un libro che è finito anche a Montecitorio. Di recente, il deputato del Pd Filippo Sensi, ha mostrato 'Non superare le dosi consigliate' in aula, prima del suo intervento sul disegno di legge sul cyberbullismo e bullismo, raccontando che anche lui da piccolo, quando era obeso, veniva preso molto in giro. "Non me lo aspettavo, è stato del tutto inaspettato - dice l'autrice del libro - L'anno scorso, quando il Corriere mi chiese di scrivere un pezzo autobiografico sulla mia grassezza, io avevo pensato che scrivere di fat shaming potesse servire alle persone. E in pochi giorni quell'articolo era diventato virale. Così è nata la rubrica su 'Sette' 'AnyBody, ogni corpo vale'. Ho pensato che potevo occuparmi di alcune cose che mi prendevano davvero. Una battaglia che volevo fare era ad esempio quella di portare a casa l'eliminazione della dicitura 'obesità mostruosa' usata da certe Asl. Se vai oltre certi parametri vieni definito così. La Medicina ha contribuito alla discriminazione delle persone grasse".

"Così, a settembre avevo iniziato a sondare in Parlamento affinché non restasse solo una rubrica ma fare cose concrete per le persone". E così Costanza chiese al deputato Filippo Sensi a chi rivolgersi. "E' un tema multidisciplinare che può essere affrontato sotto vari punti di vista. E quel giorno c'erano in aula tanti deputati e quando Sensi ha parlato la risposta è stata eclatante perché si è messo in gioco. In tanti si sono rivolti a lui, c'è stata una trasversalità che andava oltre il colore politico. Io ho scritto di un tema che riguarda il 99 per cento delle persone. Perché anche quando sei una persona bella, tutti abbiamo le nostre insicurezza".​

E ribadisce che "è un libro sul dolore dell'obeso". "Matilde è come se gridasse il suo dolore". "La sua vita era concentrata su quante pasticche prendi, si è negata una serie di cose. E' stata vittima di uomini che sono stati indifferenti nei suoi confronti".

Ma cosa manca avrebbe voluto aggiungere nel libro Costanza che poi non ha scritto? "Una perfezionista come me, professionista degli "Avrei dovuto", "Avrei potuto", con una domanda del genere va a nozze - dice la scrittrice -Ma la mia amica Laura Bosio dice sempre che quello che hai scritto è quello che dovevi scrivere, e credo che almeno per questo romanzo sia proprio così. Mi sono chiesta, mentre scrivevo, se non avrei dovuto, per esempio, far diventare vegetariana la Matilde adulta: lei che vive nel ricordo della madre, che tutto fa per fare felice la madre, anche se è morta da vent'anni, avrebbe potuto (ri)diventare vegetariana per seguirne gli ideali. Ma Matilde non è Costanza, questo è un romanzo non un memoir, ed era importante che io e Matilde fossimo anche diverse. Soprattutto, Matilde non è sua madre in tutto, non la replica in tutto: era narrativamente importante che proprio sul cibo fossero diverse. In un'altra occasione, quando Matilde abortisce per salvarsi da un uomo atroce, e s’interroga su che genere di padre sarebbe stato quell’uomo, mi sono chiesta se nella follia di quel momento Matilde non avesse anche pensato, abortendo, di “salvare” il suo bambino, se non si sentisse – lei che si sente sempre il personaggio di qualche libro – se non si sentisse come Sethe di Amatissima, romanzo della sua autrice preferita, Toni Morrison. Poi ho rinunciato, pensando che Matilde era già abbastanza folle per altri versi. Infine, in una prima stesura, verso la fine del libro, quando Matilde passa in rassegna la rappresentazione della donna grassa nella letteratura e al cinema, avevo scritto un capitolo molto più ampio, più saggistico".

"Mi sono resa conto presto che era un errore, che a parlare lì ero io, col mio fervore analitico di giornalista culturale, e non Matilde, che è molto più caotica e confusa di me, e così l'ho riscritto". Costanza Rizzacasa d'Orsogna presenterà la prossima settimana il suo libro in Sicilia. Martedì, 3 marzo, alle 18.30, sarà alla libreria 'Modusvivendi' di Palermo con la scrittrice Stefania Auci e la giornalista Adnkronos Elvira Terranova. Il 5 marzo, alle 17.30, sarà alle Librerie Cavallotto di Catania e il 7 marzo, alle 18.30, sarà a Messina alla Libreria La Gilda dei Narratori.

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