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Rom: costruzioni fai da te e microaree, tanti progetti alternativi a campi

04 giugno 2015 | 13.04
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Alfano: "Smantellare i campi rom". Fassino: "Nessuno ha in mente ruspe"

Rom: costruzioni fai da te e microaree, tanti progetti alternativi a campi

Dalle microaree attrezzate a carattere familiare all'auto-costruzione di appartamenti, fino all'accesso all'edilizia residenziale pubblica: in alcuni Comuni e Regioni si è già cercata e sperimentata, negli anni, una soluzione al problema dei campi rom. Anche sull'onda del tragico incidente di Boccea, sui campi. in cui, secondo quanto risulta dalla 'Strategia nazionale d'inclusione dei rom, dei sinti e dei caminanti 2012-2020', risiedono circa 40mila persone, infuria da tempo la polemica.

Solo ieri il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha annunciato un accordo con i Comuni per smantellare gli insediamenti. Immediata la precisazione del presidente dell'Anci, Piero Fassino: "Nessuno ha in mente le ruspe". E in effetti alcuni territori già hanno individuato strade alternative. Anche se, come sottolineato dal delegato dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) per l'Immigrazione Matteo Biffoni, "ci sono già molti progetti pronti, ma servono le risorse".

Tanti gli esempi da Nord a Sud. A Padova si è promossa la realizzazione di 11 appartamenti coinvolgendo nella costruzione alcuni sinti, dopo un apposito corso di formazione. Nelle case si sono poi trasferiti alcuni nomadi del campo, sottoscrivendo un regolare contratto di locazione con un canone calcolato in base al reddito, detraendo alcune annualità di affitto a chi lavorato nel cantiere.

Accanto a una diversa soluzione abitativa percorsi per l'inclusione sociale

Se a Messina nel 2010 è stata bonificata una zona occupata dal campo nomadi per restituirla alla città, trasferendo i rom in alcuni palazzi del Comune, a Settimo Torinese si è puntato sul progetto 'Dado' per rendere possibile un'integrazione sociale ed economica.

Alcune famiglie rom hanno contribuito direttamente all'autorecupero di uno stabile in disuso dove poi sono state accolte, dovendo però sottostare a una serie di regole di condotta, come ad esempio mandare i figli a scuola.

Il progetto a Settimo Torinese ha puntato proprio sull'inclusione sociale: accompagnare i rom usciti dal campo, fino a che, grazie anche alla formazione lavorativa, diventano autonomi economicamente e possono sostenere da soli un'altra soluzione abitativa, lasciando il posto ad altri rom.

In Toscana graduale accesso ad edilizia pubblica

Mentre in Toscana si è cercato di superare la logica dei campi optando per un graduale accesso all'edilizia pubblica, non mancano progetti avviati nel tempo per la realizzazione di 'micro-aree' attrezzate, in alternativa a campi sovraffollati.

E' accaduto, ad esempio, a Reggio Emilia dove su un terreno dotato di servizi igienici, di proprietà del Comune, si è insediata una famiglia allargata di sinti con il loro caravan: a loro spese le utenze di luce, acqua e gas.

Anche a Modena è stata sperimentata la strada delle 'micro-aree', coinvolgendo in prima persona e responsabilizzando membri delle famiglie rom interessate.

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