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Cottarelli: "Nel 2020 si rischia spread a 300"

21 febbraio 2019 | 14.18
LETTURA: 3 minuti

Lo scenario per l'AdnKronos del direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici

Carlo Cottarelli (FOTOGRAMMA)
Carlo Cottarelli (FOTOGRAMMA)

di Luca Crecchi
L'Italia il prossimo anno avrà un rapporto deficit/pil al 3,5% con il rischio che i mercati reagiscano negativamente e lo spread voli a quota 300 con ulteriori proiezioni verso l'alto. E' questo lo scenario disegnato per l'AdnKronos da Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici, sulla base degli ultimi dati disponibili e delle previsioni di organismi e autorità internazionali.

"Il governo nel corso di quest'anno non farà una manovra correttiva -dice - anche perché le regole europee, se la causa è la minore crescita rispetto all'obiettivo fissato, non lo richiedono; ma il prossimo anno, partendo da un deficit del 2,4- 2,5%, il deficit salirà al 3,5%. E a quel punto sì che sarà richiesta una manovra aggiuntiva, secondo le regole Ue".

ECONOMIA - E non è tanto la manovra a preoccupare, quanto la reazione dei mercati, pronti a giudicare le mosse del governo in relazione all'andamento dell'economia. "Il governo - spiega Cottarelli - vuole tagliare le tasse in deficit e questo è già sbagliato, ma se si aggiunge la crescita rivista al ribasso dalla Commissione e la possibilità che nel complesso l'andamento porti a una media negativa in corso d'anno, allora temo che l'insieme di tutti questi fattori potrebbe causare una reazione dei mercati, con lo spread al di sopra di quota 300, proiettato verso quota 400 e a quel punto sarebbe difficile fermarlo''.

I MERCATI - Perché i mercati guarderanno a tutti i numeri, anche a quelli del debito che non accenna a calare: ''Quest'anno era previsto che scendesse di un punto percentuale e invece potrebbe aumentare di un punto. Anche se si facessero tutte le misure di privatizzazione, il debito rimarrebbe costante rispetto all'anno scorso. E siamo arrivati a metà febbraio, i tempi sono veramente ridotti. L'unica cosa che l'esecutivo potrebbe fare sul fronte delle dismissioni sono privatizzazioni fittizie, vendendo la Cdp a qualche società che stia fuori dal perimetro dell'amministrazione pubblica calcolata ai fini dei conti'.

LE MISURE - Misure tampone e fittizie appunto, mentre per invertire la rotta dei conti pubblici andrebbero subito messe in atto alcune azioni più sistematiche: ''Siamo ancora in una situazione tranquilla - spiega - e quindi si dovrebbe puntare sulla domanda esterna, ridurre i costi di produzione delle imprese a partire dalla burocrazia, rendere la giustizia civile più veloce e puntare a ottenere maggiori risorse dall'evasione fiscale''.

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