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Covid, Burioni: "Ritardo vaccinazioni non sarebbe tollerabile"

16 dicembre 2020 | 16.27
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Covid, Burioni:

"Il coronavirus non è finito, ma potrebbe essere nei guai", decreta il virologo Roberto Burioni commentando i dati diffusi dall'ente regolatorio americano Fda sul vaccino anti Sars-CoV-2 dell'azienda Usa Moderna. Risultati simili a quelli del vaccino Pfizer, osserva il docente dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che lancia un monito: "Ovviamente, se i vaccini ci sono, devono esserci anche le vaccinazioni. Subito, perché un ritardo in questo caso non sarebbe tollerabile".

"I nuovi dati sul vaccino Moderna sono entusiasmanti - si legge in un intervento dell'esperto sul sito 'MedcialFacts' da lui fondato - e aprono la porta alla speranza di sferrare un colpo mortale al coronavirus". Un po' come quello inferto a suo tempo al virus della poliomielite, ricorda Burioni. "Ieri - sottolinea - il comitato interno della Fda ha dato luce verde anche al vaccino Moderna, concettualmente simile a quello Pfizer/BionTech, già approvato e già in uso in diversi Paesi. I dati di efficacia e di sicurezza non sono molto diversi da quelli del vaccino Pfizer e questo è molto importante, perché avere due studi separati, con due vaccini separati, che forniscono su due popolazioni indipendenti risultati estremamente simili è di grande conforto e ci fa sperare che i risultati siano, come sembra, estremamente affidabili".

"Nei dati rilasciati da Fda" sul vaccino Moderna "però c'è un piccolo particolare - rileva lo scienziato - Un dato preliminare, ma estremamente incoraggiante, che mi è subito saltato all'occhio. Anche in questo caso, due gruppi di 14mila persone ciascuno: uno vaccinato per davvero, uno vaccinato per finta con due dosi. Ebbene, prima della seconda dose a tutti i partecipanti (14mila vaccinati per davvero, 14mila vaccinati per finta) che stavano bene è stato eseguito un tampone molecolare per il coronavirus. Tra i 14mila vaccinati sono risultati positivi in 14, tra i 14 mila vaccinati per finta sono risultati positivi in 38. Sono numeri piccoli, ma pare che già la prima dose riesca a diminuire l'infezione asintomatica, il che ci fa sperare che dopo la seconda dose questa immunità sia ancora più efficace nell'impedire la trasmissione del virus. E' un segno iniziale, ma non potevamo chiedere di meglio".

"La priorità - precisa Burioni - non è capire se si bloccano le infezioni asintomatiche, ma se il vaccino e sicuro e se i vaccinati sono protetti dalla malattia, in particolare nella sua forma più grave. Per questo era disegnato lo studio, e questo pare essere dimostrato".

"Se questo dato fosse confermato (e sottolineo se), e se il virus non riuscisse a evadere la risposta evocata dal vaccino (improbabile, ma anche in questo caso sottolineo se), e se l'efficacia e la sicurezza dei due vaccini fosse ripetuta 'sul campo' (qui il se ci vuole, ma è davvero difficile che non accada, gli studi sono stati amplissimi e ben condotti) - prosegue il virologo - potremmo pensare, con la vaccinazione, di impedire la circolazione del coronavirus esattamente come abbiamo fatto con successo per il virus della poliomielite qualche decennio fa".

"Ora io non voglio farla lunga, ma sapete che fine ha fatto la polio nel nostro Paese. La stessa fine, speriamo, potrebbe farla il nuovo coronavirus. Che tuttavia ancora circola", e "dal quale dobbiamo proteggerci - raccomanda l'esperto - per evitare di essere infettati o di infettare proprio nel momento in cui abbiamo finalmente la disponibilità di non uno, ma due vaccini efficaci".

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