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Covid Italia, Costa: "Da 11 febbraio via mascherine all'aperto"

07 febbraio 2022 | 17.34
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"L'obiettivo del governo è che lo stato d'emergenza non venga prorogato dopo il 31 marzo"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Sono certo che dall'11 di febbraio" in Italia "cadrà l'obbligo di mascherina all'aperto non solo per le zone bianche, ma per l'intero Paese e questo potrà essere un primo segnale di ripartenza, di fiducia e di speranza". Lo ha annunciato oggi il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, a 'Tagadà' su La7.

"Questa è una discussione che sta avvenendo in queste ore - ha chiarito - e ho motivi per dire che si possa andare in questa direzione. Quindi quello che esprimo mi auguro che sia la posizione del Governo. Bisogna ripartire e intanto ripartiamo dal togliere le mascherine all'aperto indipendentemente dai colori delle varie regioni".

"L'obiettivo del governo è che lo stato d'emergenza non venga prorogato dopo il 31 marzo e confido che ci siano le condizioni per non prorogarlo", ha detto ancora Costa. Quanto al Green pass, indicando una possibile data di progressivo allentamento da metà marzo.

"Faccio un ragionamento semplice e di buon senso", ha spiegato: "Il Green pass è stato molto utile per incentivare la vaccinazione e allora dobbiamo tenere presente che è fondamentale somministrare la terza dose perché è quella che ci protegge maggiormente dalle conseguenze gravi dalla malattia. E allora - ha detto Costa - se consideriamo che nel nostro Paese circa 48 milioni di cittadini sono vaccinati e 35 milioni hanno ricevuto la dose booster, significa che abbiamo circa 13 milioni di dosi da somministrare".

"Se procediamo con questo ritmo - ha sottolineato - è facile pensare che per metà marzo avremo completato la dose booster a 48 milioni di concittadini. Da lì sicuramente inizierà una nuova fase e, così come abbiamo introdotto gradualmente le restrizioni, con la solita gradualità inizieremo un allentamento delle misure".

Capitolo scuola: "Dire che chi si è vaccinato o chi è guarito dal Covid o chi è esente dal vaccino avrà sempre lezioni in aula mi pare più un voler tutelare la didattica in presenza che una discriminazione" soprattutto a fronte "una platea, quando parliamo della fascia 12-19 anni, in cui oltre l'80% è vaccinato e in quella 5-11 anni in cui il 35% ha ricevuto la prima dose ma se aggiungiamo chi ha contratto il Covid arriviamo al 50%".

"Sulla scuola abbiamo posto in essere una semplificazione importante - ha rivendicato Costa - quindi mi permetto educatamente di dissentire. Ricordo - aggiunge il sottosegretario - che sia per quanto riguarda la scuola dell'infanzia sia la scuola primaria abbiamo portato a 5 i casi di positività in cui è prevista la didattica a distanza e i dati statistici - ha sottolineato - ci dicono che tutte le classi che fino ad oggi sono finite in didattica a distanza avevano contemporaneamente non più di 2 o 3 casi. Quindi io a livello pratico credo che sarà molto difficile avere 5 positivi in un'aula anche a fronte del numero di vaccinati che cresce giorno dopo giorno. Quindi - ha concluso - mi pare un provvedimento che va a tutelare la scuola in presenza".

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