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Covid, Crisanti: "Ora non resta che chiudersi in casa"

24 ottobre 2020 | 08.06
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Foto Ipa/Fotogramma
Foto Ipa/Fotogramma

"Al punto in cui siamo giunti, e dopo aver sprecato tutto ciò che con grande sacrificio è stato fatto nei mesi scorsi, non resta che la chiusura delle attività. Ormai, solo chiudendo tutto si può fermare l'epidemia". Lo dice il virologo Andrea Crisanti parlando dell'epidemia di Covid e delle restrizioni in Campania in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno.

"Non abbiamo utilizzato questi mesi per creare un sistema di sorveglianza attiva, incrementando la capacità di fare tamponi e potenziando l'impegno dove serviva, per poi collegare tutto all'app Immuni. Fondamentalmente non è stato fatto nulla. L'unica cosa che è stata fatta è di sperare che fosse finita", sottolinea Crisanti, che dirige il dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova e il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedale università di Padova.

Di chi è la responsabilità, delle Regioni o del Governo? "Ma che ne parliamo a fare. Abbiamo assistito ad un delirio indicibile", risponde l'esperto, secondo il quale a questo punto bisogna "mettere in campo misure restrittive, aspettare che i contagi diminuiscano e nello stesso tempo promuovere un investimento serio sulle misure di sorveglianza attiva per il futuro".

Dunque non rimane altra soluzione che chiudersi in casa? "No, purtroppo non ci sono altre soluzioni". A Napoli questa notte è andata in scena una dura protesta contro l'annunciato lockdown del presidente della Campania De Luca. "Non biasimo le persone che protestano, ma sbagliano il bersaglio: perché non dovrebbero protestare contro De Luca, ma perché in questi ultimi quattro mesi non è stato fatto nulla di ciò che andava realizzato per evitare la nuova ondata -è l'opinione di Crisanti-. Probabilmente, tra quelli che protestano vi saranno anche coloro che sono andati in discoteca ed in vacanza e al loro ritorno hanno contribuito a provocare la nuova espansione dell'epidemia. Il problema, tra l'altro, non si chiude qui: non possiamo più consentirci di andare avanti tra alti e bassi. Bensì, occorrerà consolidare i risultati dopo le chiusure ed evitare altri errori per il futuro".

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