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Covid diventerà stagionale, ma non è ancora così

15 settembre 2020 | 12.22
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La previsione di un gruppo di scienziati, autori di una revisione pubblicata su 'Frontiers in Public Health': "Succederà solo quando sarà raggiunta immunità di gregge"

(Afp)
(Afp)

Primi freddi e, immancabilmente, naso che cola, tosse e raffreddore. Il mondo intero conosce bene lo schema stagionale di alcuni virus respiratori. Secondo la previsione di un gruppo di scienziati, autori di una revisione pubblicata su 'Frontiers in Public Health', anche Covid-19 potrebbe seguire il loro esempio. Probabilmente, ipotizzano, il coronavirus Sars-CoV-2 diventerà stagionale nei Paesi con climi temperati, ma non subito. Almeno non fino a quando non verrà raggiunta l'immunità di gregge. Fino a quel momento, continuerà a circolare e attraversare le stagioni.

Il virus che tiene sotto scacco il mondo "è qui per restare - assicura Hassan Zaraket, dell'American University of Beirut, in Libano, autore senior dello studio - e continuerà a causare epidemie tutto l'anno fino a quando non sarà raggiunta l'immunità di gregge. Bisogna imparare a conviverci e continuare con le migliori misure di prevenzione, come indossare le mascherine, praticare il distanziamento fisico e l'igiene delle mani ed evitare incontri e assembramenti". Misure necessarie per controllare i contagi.

Cosa succederà prima dell'arrivo alla meta dell'immunità di gregge? Secondo l'analisi condotta dagli studiosi, potrebbero esserci più ondate di Covid-19, dice un altro degli autori, Hadi Yassine, della Qatar University di Doha. Sappiamo che molti virus respiratori seguono modelli stagionali, specialmente nelle regioni temperate. Ad esempio, è noto che l'influenza e diversi tipi di coronavirus che causano il raffreddore comune raggiungono il picco in inverno in queste aree, ma circolano tutto l'anno nelle regioni tropicali. Gli autori hanno esaminato questi virus stagionali, esaminando i fattori legati al patogeno e all'ospite, che ne controllano la stagionalità, e le ultime conoscenze sulla stabilità e la trasmissione di Sars-CoV-2.

E' un andamento segnalato per molti patogeni della stessa 'famiglia', anche i più recenti

I ricercatori spiegano che la sopravvivenza del virus nell'aria e sulle superfici, la suscettibilità delle persone alle infezioni, i comportamenti umani come l'affollamento indoor, differiscono nel corso delle stagioni a causa dei cambiamenti di temperatura e umidità. Questi fattori influenzano la trasmissione dei virus respiratori in diversi periodi dell'anno.

Tuttavia, rispetto ad altri virus respiratori come l'influenza, Covid-19 ha un più alto tasso di trasmissione (R0), almeno in parte a causa della circolazione in una popolazione ampiamente immunologicamente naïve (cioè che non ha mai incontrato il nuovo coronavirus). Questo per gli autori significa che, a differenza dell'influenza e di altri 'cugini' patogeni respiratori, i fattori che per questi regolano la stagionalità non possono ancora arrestare la diffusione del Sars-Cov-2 nei mesi estivi. Ma, una volta ottenuta l'immunità di gregge attraverso infezioni naturali e vaccinazioni, l'indice di contagiosità R0 dovrebbe diminuire in modo sostanziale, rendendo il virus più suscettibile ai fattori stagionali.

Questa stagionalità è stata segnalata per altri coronavirus, compresi quelli emersi più di recente come NL63 e HKU1, che seguono lo stesso modello di circolazione dell'influenza. "Questo rimane un nuovo virus e ci sono aspetti ancora sconosciuti, nonostante la rapida crescita" di evidenze scientifiche sul suo conto. Se le nostre previsioni sono vere o meno lo vedremo in futuro - aggiunge Zaraket - Ma pensiamo che sia altamente probabile, dato quello che sappiamo finora, che Covid-19 finirà per diventare stagionale, come altri coronavirus". Nel frattempo, per Yassine il fatto che "il più alto tasso globale di infezione da Covid-19 pro capite sia stato registrato negli stati del Golfo, indipendentemente dalla calda stagione estiva, sebbene principalmente attribuito alla rapida diffusione del virus nelle comunità chiuse, evidenzia la necessità di misure di controllo per limitare la diffusione del virus, fino al raggiungimento dell'immunità di gregge", ribadisce l'esperto.

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