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Variante Omicron, Galli: "Spero picco contagi covid a gennaio"

03 gennaio 2022 | 09.39
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"Mi aspetto una crescita ancora per diversi giorni"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Mi auguro che" il picco dei contagi "sia entro il mese di gennaio". Così Massimo Galli, già primario di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano, ospite di 'Agorà' su Raitre, che aggiunge: "Da come sta salendo la curva" il virus "ha l'aria di diffondere talmente tanto da non lasciar fare previsioni certe".

"Per un giorno o due - analizza Galli - abbiamo avuto meno tamponi e probabilmente, in proporzione più contagiati, perché in questi giorni di feste sono andati e stanno andando a farsi il tampone solo quelli con sintomi o con contatti diretti, ma credo che fatalmente ricominceremo ad avere un numero alto di tamponi, e ancora aumenti per una fase importante".

"La diffusione dell'infezione è un dato di fatto. Realisticamente dunque - prosegue l'infettivologo - mi aspetto una crescita ancora per una fase importante. Se ci fosse un'immediata inversione di rotta, a cui credo poco, la faccenda sarebbe meno pesante da gestire. Mi aspetto una crescita per diversi giorni e questo richiede prudenza".

"Noi non abbiamo abbastanza vaccinazioni, ma altri paesi europei ne avevano meno di noi e si sono trovati a ricevere una batosta importante. In proporzione avevano anche meno persone guarite rispetto all'Italia. Noi abbiamo una fetta importante di popolazione che ha sviluppato una forma di immunità che però questo virus sembra in grado di bucare. Ho visto diverse persone infettate dal virus e reinfettate da Omicron: nei mesi scorsi era un fenomeno molto più raro", osserva ancora.

"Non mi va giù l'idea che la variante Omicron sia meno grave e farà da vaccinazione se si infetta tanta gente", sottolinea Galli. "Le precedenti esperienze con altri virus molto mutati ci dicono che i virus stessi hanno una minore capacità di far ammalare le persone. Di solito, la minor patogenicità dovrebbe andare di pari passo con una minore diffusibilità, anche se non è una regola. Questo virus è molto più diffusivo, si spera sia meno patogeno. Ma finché dati non saranno consolidati, continuo a invitare alla prudenza: non prendiamo questa storia alla leggera", dice ancora.

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