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Covid, il sinologo Masini: "Da Usa ultimatum alla Cina"

27 maggio 2021 | 14.05
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"Ma scontro è su ben altro, Biden ha deciso di sconfessare la Cina e convincere gli alleati a combatterla"

Covid, il sinologo Masini:

Un "ultimatum" degli Stati Uniti di Joe Biden alla Cina. Una mossa che va "contro il dialogo". Suonano così i termini della dichiarazione diffusa ieri dalla Casa Bianca secondo il sinologo Federico Masini. Biden ha ordinato all'intelligence la consegna "entro 90 giorni" di un rapporto con la richiesta di indagare per arrivare "a una conclusione definitiva" sulle origini del coronavirus. Pechino accusa gli Usa di voler "politicizzare" le ricerche. E' "l'ultimo episodio della guerra muscolare in atto tra Cina e Stati Uniti che vediamo tutti i giorni" e che "ci auguriamo resti solo tale" con il "terreno di scontro" che "non è quello del Covid, ma quello dei semiconduttori, del controllo dell'elettronica e dell'intelligenza artificiale a livello planetario", dice all'Adnkronos Federico Masini, direttore italiano dell'Istituto Confucio presso l'Università Sapienza di Roma.

"Gli Usa con l'Amministrazione Biden hanno deciso di attaccare la Cina e di convincere tutti loro alleati, gli europei in primis a combattere la Cina - afferma - La Cina sta diventando o forse è già diventata il nemico degli Usa, questa è la realtà". Con l'obiettivo di Biden che "è sconfessare la Cina". Secondo Masini, "il solo scopo" delle mosse delle ultime ore dell'Amministrazione Biden, dopo il lavoro dell'Organizzazione mondiale della sanità e la missione a Wuhan, è "irritare i cinesi, perché non c'è possibilità di ottenere nessun risultato" e perché "nessuno Stato sovrano probabilmente riuscirebbe a rispondere in maniera diversa dalla Cina, a torto o a ragione".

'manovre per sconcertare o mettere in difficoltà l'opinione pubblica internazionale'

"L'Oms ha fatto un documento e ci si riprometteva di richiedere ai cinesi la possibilità di fare ulteriori indagini - dice - Tutto questo fatto in modo diverso forse avrebbe portato in una prospettiva più lunga a esiti più chiari, mentre costruita così è solo una provocazione". I "90 giorni". Per Masini, "sembrano un ultimatum" e "non possono essere interpretati" diversamente, "uno Stato sovrano che chiede a un altro Stato sovrano in 90 giorni di dare conto di quello ce è successo due anni e mezzo fa dopo che c'è stata già un'indagine dell'Oms".

Gli Usa "stanno sollecitando delle reazioni da parte cinese" e Biden, osserva il sinologo, vuole "dimostrare che la Cina non funziona più, ma la Cina funziona più o meno come funzionava un anno fa, due anni fa, tre anni fa, dieci anni fa". "Però prima agli Stati Uniti andava bene e adesso non va più bene", prosegue, proprio perché il "vero terreno di scontro" tra Usa e Cina ben altro rispetto al Covid e "tutto il resto sono solo manovre per sconcertare o mettere in difficoltà l'opinione pubblica internazionale".

'folle pensare alla guerra, consigli su sistema politico rischiano effetti contrari, dialogo unica opzione'

Dalle tensioni nello Stretto di Taiwan alla difficile ricerca delle origini del Covid per Masini si tratta "operazioni che possono solo inasprire il clima", mentre bisognerebbe puntare sul "dialogo". "Dato che nessuno si augura di veder scoppiare una guerra - dice - si tratta solo di trovare forme di dialogo, non ci sono altre scelte possibili". Anche perché, osserva, "è complicatissimo riuscire a immaginare che il mondo occidentale o gli Stati Uniti diano dei consigli su come poter gestire il sistema politico di altri Paesi".

E' "una materia delicatissima sulla quale qualunque manovra potrebbe ritorcersi contro e avere effetti contrari", insiste, invitando a guardare alla "realtà", a "partire dalla realtà" che impone la continua e costante ricerca di "canali diplomatici" tra mondi diversi per "mantenere" vivo il dialogo in nome della pace. "Non possiamo pensare - conclude - che qualcuno voglia fare la guerra ai cinesi come sarebbe follia pensare di fare la guerra alla Russia, o agli Stati Uniti".

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