La scienziata: "La catena del freddo è un ostacolo, bisogna arrivare alla termostabilità"
"L'attuale campagna di vaccinazione contro Sars-CoV-2 presenta molte sfide, una delle quali è il mantenimento della catena del freddo per la distribuzione e lo stoccaggio dei vaccini disponibili che vanno conservati a temperature che oggi non permettono una consegna a domicilio o, idealmente, auto-somministrati. Quindi per arrivare al vaccino universale, chiesto da molti Paesi, è necessario sviluppare la termostabilità dei vaccini anti-Covid". Lo sottolinea la virologa Ilaria Capua, direttrice dell'One Health Center of Excellence dell'università della Florida, in una lettera pubblicata su 'Lancet'.
Capua analizza i motivi che hanno rallentato lo sviluppo di vaccini termostabili. "I paesi ad alto reddito non erano realmente interessati e impegnati nello sviluppo di vaccini termostabili, perché non ci si aspettava che questa caratteristica diventasse un ostacolo così importante durante una pandemia - rimarca la scienziata italiana - La domanda reale per avere vaccini termostabili, sia in veterinaria che in medicina umana, proviene dai paesi a basso e medio reddito e, sebbene supportata anche dalle organizzazioni internazionali, non è mai stata considerata una prioritaria tale da diventare una delle caratteristiche ricercate da chi sviluppa i vaccini, dall'industria agli enti di finanziamento".
"Forse investire nei bisogni globali, che includono le necessità delle persone più povere, avrebbe giovato all'intera umanità nell'affrontare la pandemia Covid-19. Ora è il momento di ridefinire le priorità dei urgenti nello sviluppo dei vaccini che sono essenziali per sfruttare appieno il potere delle campagne di immunizzazione in diverse circostanze da quelle epidemiologiche, geografiche e logistiche".