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Covid Italia, alla Cri oltre 15mila chiamate da dicembre: un terzo per pacco alimentare

09 febbraio 2021 | 14.14
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Covid Italia, alla Cri oltre 15mila chiamate da dicembre: un terzo per pacco alimentare

Sono state oltre quindicimila le chiamate al numero verde della Croce Rossa Italiana dal primo dicembre a oggi. Una media di 250 al giorno, con una maggiore concentrazione nei primi tre giorni della settimana, quando le chiamate toccano anche quota 400, per scemare a quota 100 la domenica. Dall'altro capo della cornetta persone in difficoltà, anziani, soli, disabili. Ma non solo, perché i dati della Cri e resi noti dall'Adnkronos restituiscono il quadro più vero e sorprendente di un'Italia cambiata, a disagio, che ha fatto i conti con una esigenza nuova, quella di chiedere aiuto. Non era mai successo infatti, ma il Coronavirus a un anno dalla sua comparsa nel Paese ha fatto alzare la cornetta a 4.700 persone, un terzo delle telefonate totali, per chiedere un pacco alimentare.

"E' un dato che più degli altri, forse, dà il senso del disagio sociale che stiamo vivendo. Le chiamate per il pacco alimentare arrivano soprattutto dal Lazio, in particolar modo dall'area di Roma, dalla Lombardia, dal Piemonte e, in misura minore, dalla Campania e dalla Sicilia. Ogni richiesta arrivata viene analizzata dal comitato sul territorio, che ne valuta la reale esigenza, ed è allora che ci troviamo davanti all'imprenditore che ha perso il lavoro e ogni forma di sostentamento, alla famiglia che non è più in grado di acquistare il latte per il bambino. Si tratta di persone - racconta all'Adnkronos Massimo La Pietra, responsabile della centrale di risposta nazionale della Croce Rossa Italiana - che mai avrebbero pensato di ritrovarsi un giorno a chiedere da mangiare e cui la pandemia ha tolto tanto, troppo. Sono telefonate complicate, quelle che riceviamo, che fanno scendere le lacrime anche a operatori tristemente abituati al peggio".

Ma c'è altro. Al numero 800 065510 chiamano per lo più per il pronto farmaco, il servizio che permette a persone non autosufficienti o sole ma anche a famiglie chiuse in casa, come sta avvenendo in questi giorni dalla Provincia di Perugia dichiarata zona rossa, di ricevere medicinali a casa. In 300 hanno invece chiamato per il pronto spesa. Discreto anche il numero di utenti, 170 dal primo dicembre scorso, che chiama per ricevere supporto psicologico, garantito da tre professionisti a turno. Di queste un centinaio vengono assistite con cadenza settimanale per una telefonata di compagnia. "In molti chiamano anche solo per sapere che tempo fa a Roma - dice La Pietra - o magari chiedono di un determinato operatore col quale si trovano più a loro agio". In 200 hanno invece richiesto il trasporto sanitario di secondo livello, impossibilitati a raggiungere autonomamente il laboratorio o la clinica in cui fare una visita, questo soprattutto nelle grandi città, più dispersive.

"Molta attenzione la prestiamo al pacco alimentare - spiega La Pietra - in stretto raccordo coi comitati territoriali, ci aiuta a fare una valutazione rispetto al disagio sociale che c'è nel nostro Paese. La richiesta è assolutamente aumentata, con questa pandemia il numero di persone solitamente assistite è duplicato. Anche il fatto che in tanti si rivolgano a noi per chiedere di ricevere un farmaco a domicilio, è il segnale di un forte disagio sociale di cui siamo testimoni. Tante le persone sole. Ieri ero in sala, ha chiamato una ragazza molto giovane con la sclerosi multipla e due figli, sola, senza nessuno al quale chiedere di andare in farmacia. Per questo, per cercare di arrivare a tutti, abbiamo iniziato anche un monitoraggio sui social per intercettare eventuali nuove esigenze, ad oggi abbiamo due persone dedicate che fanno questo tutti i giorni dalla mattina alla sera proprio per capire se c'è qualcosa che possiamo fare". (di Silvia Mancinelli)

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