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Covid, "Italia tra 5 Paesi del mondo con più contagi in 7 giorni"

12 gennaio 2022 | 14.20
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Il Belpaese supera la soglia del milione. Oms: nel mondo "casi settimanali saliti del 55% a quota 15 mln, morti stabili"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

C'è l'Italia fra i 5 Paesi del mondo che hanno registrato il numero più alto di nuovi contagi Covid in 7 giorni. Il Belpaese supera la soglia del milione. E' quanto registra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo ultimo aggiornamento settimanale sulla situazione pandemica globale. Nel periodo compreso fra il 3 e il 9 gennaio, il dato record è quello degli Stati Uniti: 4,6 milioni di nuovi casi in 7 giorni, con un aumento del 73% rispetto alla settimana precedente. Seguono Francia (quasi 1,6 mln di nuovi casi; +46%) e Regno Unito (1,2 mln di casi; 10% di aumento). Il quarto Paese per contagi settimanali è l'Italia: 1,01 milioni i nuovi casi in 7 giorni, in aumento del 57% (poco sopra la media globale del +55%) rispetto alla settimana precedente. Alle spalle dell'Italia c'è l'India con 638mila nuovi casi, dato che segna però un aumento del 524%.

Sono stati oltre 15 milioni nell'ultima settimana monitorata dall'Oms, quella del 3-9 gennaio. Il totale globale dei contagi "è aumentato notevolmente", il balzo in avanti è "del 55%". Mentre i morti Covid in questi 7 giorni sono rimasti simili a quelli segnalati la settimana prima. Si parla di oltre 43mila nuovi decessi. Questi dati portano il bilancio da inizio pandemia a oltre 304 milioni di casi confermati e oltre 5,4 milioni di morti (al 9 gennaio). Sono alcuni dei numeri riportati nell'ultimo aggiornamento settimanale pubblicato dall'agenzia Onu per la salute.

Tornando in Europa, dal bollettino settimanale emerge che il numero di nuovi casi ha continuato ad aumentare anche nell'ultima settimana monitorata dall'Oms. Ci sono stati in 7 giorni oltre 7,1 milioni di nuovi casi, in aumento del 31% rispetto alla settimana precedente. Tuttavia, il numero di decessi ha continuato a calare, -10%, raggiungendo quota 20mila circa.

Nell'ultima settimana, 27 Paesi della regione (44%) hanno segnalato un aumento del 50% o superiore nel numero di nuovi casi. I balzi più ampi sono quelli di Kosovo (+313%, da 204 a 842 nuovi casi settimanali), Groenlandia (1.883 contro 475 nuovi casi, +296%) e Israele (100.353 contro 26.913 nuovi casi, +273%). Il numero più alto di nuovi decessi in 7 giorni è stato segnalato dalla Russia (5.645 morti; 3,9 nuovi decessi ogni 100.000; -10%), seguita da Polonia (2.150 nuovi decessi; 5,7 ogni 100.000; -34%) e Germania (1.822 nuovi decessi; 2,2 ogni 100.000; dato stabile).

Tutte le regioni, si legge, hanno riportato un aumento dell'incidenza dei casi settimanali di Sars-CoV-2, ad eccezione della regione africana che ha riportato una diminuzione dell'11%. La regione del Sudest asiatico segna il maggiore aumento nei casi settimanali: +418%, seguita dalla regione del Pacifico occidentale (+122%), dalla regione del Mediterraneo orientale (86%), dalla regione delle Americhe (78%) e dalla regione europea (31%). Il numero settimanale di morti sale invece dell'84% nella regione africana, e del 26% nella regione delle Americhe, rimane simile nella regione del Pacifico occidentale e diminuisce del 10% nella regione europea, dell'11% in quella del Mediterraneo orientale e del 6% nel Sudest asiatico.

Restano molto alti i numeri Covid in Europa, che è fra le regioni Oms che riportano la più alta incidenza settimanale di contagi ogni 100.000 abitanti: 765,8 nuovi casi/100.000. Segue la regione delle Americhe (597,9 nuovi casi ogni 100.000 abitanti). Entrambe le regioni hanno riportato anche la più alta incidenza settimanale di decessi: 2,2/100.000 abitanti in Europa e 1,4 nelle Americhe, mentre meno di 1 nuovo decesso ogni 100.000 è stato segnalato in tutte le altre regioni.

"Imparare a convivere con questo virus non significa che possiamo, o dobbiamo, accettare quasi 50mila decessi a settimana", ha rimarcato il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra.

Omicron

La variante Omicron "provoca una malattia meno grave rispetto a Delta, ma rimane un virus pericoloso in particolare per coloro che non sono vaccinati", ha quindi ricordato.

L'attuale epidemiologia globale di Sars-CoV-2 continua a mostrare l'ascesa di Omicron e il declino di Delta, la variante che per mesi è stata dominante nel mondo e ora si vede scalzata nei dati di prevalenza.

Il report segnala anche un livello di circolazione molto basso delle varianti Alfa, Beta e Gamma. E sancisce l'interregno di Omicron e Delta. "Tra le 357.206 sequenze caricate" sulla piattaforma Gisaid "con campioni raccolti negli ultimi 30 giorni, 208.870 sequenze (58,5%) erano Omicron, 147.887 (41,4%) erano Delta, 12 (<0,1%) erano Alfa, due erano Gamma, una sola era Beta e 6 sequenze comprendevano altre varianti circolanti (comprese le varianti d'interesse Mu e Lambda).

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