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Covid, lo studio: forme meno gravi negli allergici

21 settembre 2020 | 16.33
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Lo ha dimostrato uno studio multicentrico coordinato da Enrico Scala (Idi Irccs Roma) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano, Milano)

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Tra i pazienti ospedalizzati per Covid-19, le persone allergiche sviluppano una forma meno grave di malattia. Lo ha dimostrato uno studio multicentrico coordinato da Enrico Scala (Idi Irccs Roma) e Riccardo Asero (Clinica San Carlo, Paderno Dugnano, Milano). L’articolo e’ stato pubblicato su 'Allergy', la rivista dell'Accademia Europea di Allergologia e Immunologia. Lo comunica, in una nota, l'Istituto dermopatico dell'Immacolata (Idi).

"L'infezione da Sars-Cov-2 – dicono i ricercatori nella nota – può indurre un ampio spettro di conseguenze che vanno dall'infezione asintomatica a forme di polmonite estremamente grave. In alcuni casi viene indotta una cosiddetta 'tempesta citochinica Th1', cui segue un vera e propria auto-aggressione del sistema immunitario, con produzione di elevatissimi livelli, tra gli altri, di IL-6, in grado di generare una sindrome da distress respiratorio acuto e una insufficienza multiorgano, il cui risultato finale è la morte. I pazienti allergici sono geneticamente predisposti a generare una risposta immuno-mediata di tipo differente: Th2. Questa risposta non implica l'espressione delle principali citochine coinvolte nel distress respiratorio acuto. Abbiamo pertanto ipotizzato che i pazienti allergici potrebbero essere meno inclini all'infezione da Sars-Cov-2 o potrebbero avere un'infezione da Sars-Cov-2 meno grave" .

"Abbiamo studiato - continuano gli esperti - retrospettivamente più di 500 pazienti ricoverati tra marzo e aprile scorso nei principali ospedali del Nord Italia, dimostrando che, effettivamente, i soggetti atopici avevano un'incidenza significativamente minore di polmonite grave o molto grave indotta da Sars-Cov-2 (33,3% vs 67,7% nei pazienti non allergici). L'effetto 'protettivo' dello stato atopico non dipendeva dall'età o dal sesso dei pazienti né dalla presenza di altri cofattori, come il fumo di sigaretta, la malattia coronarica, il diabete, la trombosi o l'ipertensione. L'evidenza clinica rende pertanto verosimile la nostra ipotesi iniziale, suggerendo che la predisposizione ad una risposta immunitaria Th2 potrebbe aiutare ad evitare la tempesta citochinica osservata nei casi più gravi di Covid-19".

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