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Covid, Mantovani: "Più corre più rischiamo varianti aggressive"

15 gennaio 2021 | 11.28
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L'immunologo: "Seconda ondata mai finita, virus va veloce e decisioni devono essere rapide"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Condivido l'allarme" del ministro della Salute, Roberto Speranza, sui numeri dell'epidemia di Covid-19 in crescita, "e aggiungo che con 500 morti al giorno dobbiamo dire che la seconda ondata non è mai finita. Sono preoccupato per un killer che uccide e genera sofferenza, povertà e disuguaglianza. Dobbiamo fermarlo. Vanno prese decisioni rapide. Il virus corre rapidamente e le decisioni devono essere altrettanto rapide e allineate in tutto il Paese". Ne è convinto l'immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University, intervenuto ad 'Agorà' su Rai3.

Il killer, continua lo scienziato italiano tracciando un quadro della situazione oggi, "lo possiamo fermare con i nostri comportamenti e con il vaccino". E' cruciale farlo perché "più il virus corre e più muta, più corre e più siamo a rischio di varanti più aggressive". Questa è la posta in gioco, incalza lo scienziato. La scelta se sia necessario un lockdown duro di qualche settimana o sia meglio restare con il meccanismo dei colori e delle fasce di rischio "va lasciata a chi è competente e agli esperti di sanità pubblica - puntualizza Mantovani - Io credo che dobbiamo comportarci secondo le regole e dobbiamo fermare la corsa del virus", ribadisce. Ma l'importante è che "le decisioni siano rapide", conclude.

L'ultimo dilemma sui vaccini anti-Covid Pfizer e Moderna con cui in questo momento, essendo i primi autorizzati, va avanti l'attività di immunizzazione, è se dare la prima dose a più persone possibile e ritardare i richiami. Ma su questo l'immunologo Mantovani si dice preoccupato e invita a muoversi sulla base dei dati disponibili e a "non dare messaggi rischiosi".

"Noi siamo sicuri che questi vaccini danno protezione dopo una prima dose e un richiamo in quei tempi" definiti dagli studi, ha spiegato. "La prima dose, la risposta che noi chiamiamo primaria, dà una certa protezione, ma la dà solo - per quanto sappiamo per ora - per un tempo limitato. Aggiungiamo che sappiamo ancora poco di questo virus. Capisco il Regno Unito che si trova in una situazione drammatica e fa un azzardo, lo capisco. Ma noi possiamo lavorare bene con due dosi, facendo le cose come si deve".

"Mi preoccupano questi richiami - aggiunge - perché sono già stati fatti troppi azzardi nel Regno Unito, ricordiamo l'azzardo di far correre il virus. Da noi i messaggi ancora a settembre erano che l'epidemia era finita. Ora, già con vaccini tradizionali abbiamo persone che non fanno il richiamo. Se diamo il messaggio che basta la prima dose rischiamo di indurre comportamenti scorretti e irresponsabili. Dobbiamo essere responsabili nei messaggi che diamo".

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