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Covid, Mastroianni: "In pochi giorni supereremo i 10mila casi"

16 ottobre 2020 | 09.37
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Il direttore delle Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma e ordinario alla Sapienza: "Crescerà inevitabilmente la pressione sugli ospedali"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Supereremo i 10mila casi" di Covid-19 "in pochi giorni. Al momento i contagiati sono in gran parte ancora giovani e asintomatici. Nel frattempo però crescerà inevitabilmente la pressione sugli ospedali. E gli operatori sono sempre gli stessi". E' la previsione di Claudio Mastroianni, direttore delle Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma e ordinario alla Sapienza, in un'intervista su 'Il Fatto quotidiano'.

Mastroianni non si aspettava "così presto" l'aumento dei casi. "Pensavamo - spiega - che l'aumento delle scorse settimane fosse legato al rientro dalle vacanze. Poi, invece, con la riapertura delle attività nelle grosse città, delle scuole (dove tuttavia il rischio è minore) e il ritorno in massa sui mezzi pubblici è ripartito tutto. Ora la cosa più preoccupante è la diffusione all'interno delle famiglie. La prima ondata è arrivata poco prima della primavera. Ora davanti abbiamo l'inverno. Paradossalmente ci potrebbe aiutare, perché rispetto a 6 mesi fa abbiamo anticipato le misure di contenimento. Se riuscissero a stabilizzare i casi sarebbe già un risultato". E le attuali misure di contenimento, "al momento non è facile dire se basteranno - ragiona l'esperto - Abbiamo raddoppiato i casi in una settimana: la prima volta che abbiamo raggiunto quota 4mila è stato l'8 ottobre".

"In pratica sta partendo un andamento esponenziale, ma il 4 ottobre non c'erano le nuove misure. Ne vedremo gli effetti tra 10-15 giorni". Se le misure poi non dovessero bastare, continua Mastroianni, "dovranno intervenire le Regioni con lockdown localizzati".

I medici e gli operatori sanitari intanto sono pochi, lamenta l'infettivologo dell'Umberto I di Roma. "Servono degli innesti. L'assistenza in ospedale e a domicilio è molto impegnativa - riferisce - Sul fronte diagnostico al Policlinico facciamo 900 tamponi al giorno. Poi c'è tutta la parte clinica. Ora, in vista dell'aumento dei ricoveri, abbiamo aperto altri reparti. Siamo arrivati a oltre 170 letti. Abbiamo aperto una subintensiva, e abbiamo altri 4 reparti di malattie infettive per degenza ordinaria oltre a quelli che avevamo prima. Il problema è che abbiamo l'intensiva praticamente piena. Siamo al limite, ma ancora reggiamo".

Quanto tempo si reggerà "non dipende solo da noi. Bisogna organizzarci con il territorio - prosegue Mastroianni - Al momento la situazione è diversa da quella di marzo, ma la pressione sta aumentando, così come i decessi. Il che è un indicatore chiaro del modo in cui sta evolvendo la malattia. Ieri ce ne sono stati 83, quasi il doppio in 24 ore. La malattia sta tornando a colpire i più fragili. E non è cambiata come qualcuno aveva detto quando i contagi erano molto diminuiti. Ora sta aumentando di nuovo l'età media delle nuove infezioni".

"E' anche vero però che a marzo la letalità era più alta - riconosce lo specialista - Il 20 marzo con 6.500 casi i morti erano 793. Paradossalmente 83 morti su 8mila casi è un dato che ci tranquillizza, significa che la situazione è ancora sotto controllo. Ma se i casi continuano ad aumentare, il controllo non potrà durare", conclude Mastroianni.

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