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Covid, Migrantes: "Stop alla retorica dei migranti-untori, contagi minimi"

03 dicembre 2020 | 11.43
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(Afp)
(Afp)

Basta con la retorica dei ‘migranti-untori’. Lo sottolinea il Rapporto della fondazione Migrantes dedicato al diritto di asilo. "Nel contesto dell’emergenza Covid-19 in Italia si è diffusa la retorica dei "migranti untori". I dati scientifici, tuttavia, - annota il Report - dimostrano come il contributo dei migranti ai contagi sia in realtà minimale".

"Piuttosto, - il ragionamento- dovrebbero destare preoccupazione i modi con cui viene effettuata la quarantena, in centri di prima accoglienza o in hotspot gravemente sovraffollati, o sulle "navi quarantena" o addirittura su "pullman quarantena". I migranti, inoltre, sono di fatto trattenuti, diversamente da quanto previsto per i cittadini italiani e senza le garanzie previste dall’art. 13 della Costituzione".

Per quanto riguarda poi l’accoglienza dei migranti già presenti sul territorio nazionale, il Rapporto parla di prassi estremamente diversificate: "ad esempio, per l’inserimento di nuovi ospiti nelle strutture d’accoglienza alcuni enti richiedono il tampone negativo e la quarantena, mentre all’estremo opposto alcuni prevedono solo il triage. In mancanza di chiare linee guida e procedure a livello nazionale e locale, gli enti gestori di strutture di accoglienza si sono trovati di fatto a doversi organizzare da soli, con soluzioni ‘fai da te’".

"Una parte rilevante dei centri di accoglienza non ha le caratteristiche strutturali e organizzative per consentire la quarantena e l’isolamento fiduciario, che dunque dovrebbero essere effettuati in strutture esterne. Ad oggi, tuttavia, - annota la fondazione Migrantes - non vi sono sufficienti strutture per i casi positivi e soprattutto per i casi sospetti che non possono restare in isolamento presso il centro in cui sono ospitati. Di conseguenza, i casi sospetti e addirittura i casi positivi non di rado restano in centri d’accoglienza che non riescono a garantire l’isolamento, con il forte rischio che decine di altri ospiti ed operatori vengano contagiati, soprattutto nei grandi centri caratterizzati da una forte promiscuità".

In pochissime città, inoltre, sono state istituite strutture "ponte": molti Comuni e Prefetture hanno sospeso gli inserimenti in accoglienza, con la conseguenza che molti migranti, incluse persone in condizioni estremamente vulnerabili, sono stati abbandonati per strada, con conseguenti rischi per la salute degli interessati e gravi ricadute in termini di salute pubblica. Malgrado tutte le difficoltà, il numero di casi positivi riscontrati nei centri d’accoglienza è stato basso. Essenziali nel favorire la prevenzione sono state, oltre alla riorganizzazione degli spazi e alle misure igieniche, anche l’informazione e la sensibilizzazione degli ospiti. Focolai di dimensioni significative sono scoppiati soprattutto in grandi CAS o in strutture per senza dimora, ad ulteriore conferma della necessità di riformare il sistema d’accoglienza a favore dell’accoglienza diffusa. 

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