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Covid, Galli: "Natale come Ferragosto e non ne usciamo più"

12 novembre 2020 | 14.04
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Massimo Galli (Fotogramma)
Massimo Galli (Fotogramma)

"Se noi affrontiamo il prossimo Natale e il prossimo Capodanno con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato Ferragosto, non ne usciamo più. Perché se anche ipoteticamente chiudessimo tutto adesso per 3-4 settimane e riaprissimo a Natale, è evidente che la riapertura non sarà quella che può consentire alle persone di andare per grandi cenoni e grandi veglioni". Invita ad affrontare con estrema prudenza le festività ai tempi di Covid-19 l'infettivologo Massimo Galli, primario all'ospedale Sacco di Milano, intervistato a 'Timeline' su Sky Tg24.

Al conduttore che gli chiede come si immagina il Natale, Galli risponde così: "Abbiamo fatto il lockdown a marzo? Sì. Lo abbiamo chiuso a maggio? Sì. Avevamo ottenuto in gran parte d'Italia quasi l'annullamento della presenza del virus? Sì", e anche se "in altre parti c'era ancora, per esempio in Lombardia, era contenibile. Abbiamo fatto un'estate come quella che abbiamo fatto? Sì. Abbiamo fatto in modo che il Ferragosto, e lo uso come simbolo di festa, sia diventato un elemento di grande amplificazione dell'infezione? Purtroppo sì. Ora, Natale e Capodanno sono due grandi feste". Due occasioni in cui non bisogna assolutamente ripetere gli errori dell'estate, ammonisce il medico. "Dovremmo tutti abituarci all'idea che al sacrificio, anche pesante - precisa Galli - non può seguire il 'liberi tutti' almeno fino a che il benedetto vaccino, mi auguro, ci tolga dai piedi il problema" coronavirus.

Essere responsabili "non vuol dire che gli italiani debbano diventare improvvisamente monaci di clausura - puntualizza l'infettivologo - ma è necessario che abbiano comunque delle cautele" e che facciano rinunce anche se pesano a tutti. Perché "io magari in discoteca non vado - sorride il primario - ma la cena con la famiglia allargata mi pesa non poterla fare. Però questa è una delle cose" da rimandare, anche considerando i rischi che corrono ad esempio "gli anziani me compreso", ha aggiunto Galli citando il caso di "un collega che ha esattamente la mia età ed è messo molto male".

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