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Covid Israele, 6.562 contagi: dato più alto da settembre

03 gennaio 2022 | 10.04
LETTURA: 2 minuti

Picco anche nel tasso di positività nazionale. Dal 9 confini riaperti per turisti vaccinati, anche italiani

Afp
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Sono 6.562 i nuovi contagi da coronavirus registrati nell'ultima giornata in Israele. Lo ha reso noto il ministero della Sanità israeliano sottolineando che si tratta del numero di contati più alto da settembre. Picco anche nel tasso di positività nazionale, al 4,83 per cento su circa 140mila test condotti.

Da domenica 9 gennaio, intanto, Israele riapre i suoi confini ad alcuni turisti completamente vaccinati contro il coronavirus o guariti dall'infezione provenienti da Paesi precedentemente inseriti nella ''lista arancione'' e considerati a medio rischio. Tra questi ci sono anche i turisti italiani, come si legge nella lista stilata dal ministero della Salute israeliano, mentre restano esclusi quelli provenienti dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. Allo stesso tempo verranno rimossi dall'elenco i paesi che in precedenza erano stati vietati ai viaggi per gli israeliani, tra cui l'Italia, l'Australia e l'Irlanda.

Il ministero della Salute ha anche disposto che Sudafrica, Nigeria, Spagna, Portogallo, Francia e Canada, attualmente tra i 16 paesi elencati come "rossi" o ad alto rischio per il Covid-19, vengano inseriti nella lista "arancione". Restano vietati i viaggi da e per gli Stati Uniti, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti, l'Etiopia, la Tanzania, il Messico, la Svizzera e la Turchia.

Le nuove disposizioni per i viaggi prevedono che gli israeliani di ritorno da altri paesi si sottoporranno a un test molecolare e verranno messi in quarantena per 24 ore o fino a quando avranno l'esito negativo del tampone. Coloro che non sono vaccinati o si rifiutano di sottoporsi a un test saranno sottoposti a una quarantena di due settimane o fino a quando non riceveranno il test con esito negativo.

"Questa è la mossa giusta - ha detto il ministro del Turismo Yoel Razvozov - Ringrazio i ministri che hanno compreso le preoccupazioni dell'industria del turismo e hanno convenuto con me che il danno arrecato è stato maggiore di qualsiasi beneficio che si potesse ottenere. I vaccini sono la migliore risposta alla pandemia e la popolazione vaccinata ha il diritto a una vita normale".

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