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Covid, Pregliasco: "Quarta dose? Verso vaccinazione come per influenza"

19 marzo 2022 | 15.21
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"Il virus resterà a lungo, a inizio stagione invernale dose per alcune categorie"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Per l'immunizzazione contro il Covid "credo si passerà a una vaccinazione speculare a quella dell’influenza. Sarà necessaria perché il virus rimarrà ancora con noi a lungo, sarà endemico e con andamenti ciclici ondulanti, con un presumibile incremento durante l’inverno". Da qui "l’opportunità di una vaccinazione come quella antinfluenzale, a inizio stagione per i soggetti più fragili e più esposti". Così all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco dell'università di Milano.

Il virologo ricorda in proposito che "ad oggi la quarta dose non ha ancora avuto una completa valutazione da parte di Ema e Aifa" e che "ad oggi ci sono dati sulla vaccinazione o eventuale rivaccinazione solo per gli iperfragili, e questo - ricorda - è abbastanza normale per chi è immunodepresso e con una risposta immunitaria inferiore".

Pregliasco traccia poi un bilancio in vista della fine dello stato di emergenza il 31 marzo, e promuove l'operato sia del governo Conte che quello Draghi, chiamati a gestire però fasi della pandemia diverse fra loro. "L'Italia ha complessivamente approcciato nel modo più giusto, ragionevole e prudente la pandemia, attraverso la modalità di mitigazione della diffusione del virus cercando di equilibrare, pur in mancanza di un manuale di gestione, le esigenze di libertà, psicologiche, economiche e di salute" dice Pregliasco.

"I due governi - commenta il virologo - hanno gestito aspetti diversi della pandemia: il primo ha affrontato lo tsunami improvviso, quello che colpì soprattutto la Lombardia e in cui eravamo il secondo Paese al mondo, cercando delle soluzioni. Ed è facile, come sempre, a posteriori dire che ci sono stati errori - osserva - ma sono state fatte delle scelte che in quel momento si potevano fare e si ritenne utile fare. Il governo Draghi si è trovato di fronte a una situazione incanalata, pur nelle nuove emergenze pandemiche, che ha saputo affrontare con una maggiore consapevolezza". Dunque, l'Italia "credo abbia complessivamente gestito nel modo giusto, ragionevole e prudente la pandemia", conclude.

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