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Covid, Pregliasco: "Sì smart working, no lockdown non vaccinati"

19 novembre 2021 | 15.04
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Il virologo: "I dati ci indicano la necessità di raggiungere l'88% di vaccinati"

Covid, Pregliasco:

Sì allo smart working per gli statali, no al lockdown per i non vaccinati. E' la posizione che esprime Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, in merito a provvedimenti operativamente efficaci per contenere la nuova curva dei contagi da Covid 19. "Non sarebbe male un ritorno allo smart working nella Pubblica amministrazione fino a primavera", dice il virologo all'Adnkronos Salute.

Il ritorno al lavoro da casa di una gran massa di persone, secondo il virologo, potrebbe essere "tra le cose da fare e da pensare in questa fase di preoccupazione. Ora - sottolinea l'esperto - bisogna ragionare ad ampio spettro per vedere le soluzioni accettabili" che riducano contatti e occasioni di contagio.

"Porre restrizioni solo per i non vaccinati" contro Covid-19, che rappresentano ormai meno del 10% della popolazione vaccinabile, "non è risolutivo. E qui è dura perché per ottenere dei buoni risultati lo sappiamo cosa si dovrebbe fare: provvedimenti restrittivi generalizzati. Tutto il resto è una mediazione", aggiunge.

"Ai vaccinati puoi dare una libertà maggiore - riflette l'esperto - ma poi dovrebbero essere le persone stesse a centellinarsi i contatti". Dunque è sbagliato, come afferma Crisanti, insistere nella "caccia alle streghe ai non vaccinati"? "La vaccinazione a mio avviso è la parte più facile - risponde Pregliasco - perché gli altri provvedimenti non sono facilissimi, sono legati a restrizioni e complicazioni operative come per esempio estendere l'obbligo di Green pass anche ai treni regionali e alle metropolitane".

"Ovviamente - chiarisce il medico - quanti più vaccinati ci sono meglio è, questo è certo". Ma "anche se riuscissimo a vaccinare tutti - avverte - il problema non sarebbe risolto" perché "ci sono le varianti. Ora abbiamo la Delta plus che comincia a dare qualche problema". "Se vogliamo raggiungere una sorta di immunità di gregge" contro Covid-19, "pur sapendo che non ci si arriva, i dati ci indicano la necessità di raggiungere un 88% di vaccinati".

Una percentuale ancora distante. "Siamo un po' sotto perché - evidenzia il virologo - abbiamo un 10% di bambini che non possono ad oggi vaccinarsi e un altro 10% di popolazione vaccinabile che non si è ancora vaccinata. Quindi questo valore ci allontana dall'obiettivo di questo modello matematico".

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