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Covid, presidente virologi: "Rischio ondata grave"

15 ottobre 2020 | 15.56
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Caruso all'Adnkronos Salute: "Siamo in tempo per invertire trend, dipende da noi"

(Fotogramma)
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In Italia "siamo entrati in una fase di aumento esponenziale dei contagi" da Covid-19, che "sono saliti vertiginosamente in pochi giorni". E anche se dal punto di vista dell'impatto sul Servizio sanitario nazionale "al momento la situazione tutto sommato è abbastanza sotto controllo", poiché Sars-CoV-2 "si è dimostrato un virus stagionale" è possibile immaginare che insieme ai numeri "nel tempo aumenterà purtroppo anche la gravità dei pazienti". Secondo Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv), "potremmo dunque arrivare a una seconda ondata reale intorno a novembre-dicembre-gennaio". Però "è prematuro ipotizzare un nuovo lockdown", dichiara l'esperto all'Adnkronos Salute. "Non si può escludere" a priori, ma "molto dipenderà da noi e siamo ancora in tempo per invertire la tendenza".

Guardando ai bollettini giornalieri dell'epidemia di coronavirus nella Penisola, "è chiaro che stiamo andando incontro a quello che abbiamo visto accadere in Paesi a noi vicini come la Francia, la Spagna o l'Inghilterra - rileva lo specialista, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università degli Studi di Brescia, direttore del Laboratorio di microbiologia dell'Asst Spedali Civili - Quindi dobbiamo pensare che anche nei prossimi giorni assisteremo a un continuo innalzarsi del tasso di infezione". Tuttavia per adesso "c'è maggiore tranquillità - sottolinea - perché, probabilmente per l'età media delle persone oggi contagiate, non vediamo i quadri gravissimi che vedevamo prima". Abbiamo cioè "numeri sovrapponibili" a quelli della primavera scorsa, ma "non dal punto di vista dei ricoveri che restano gestibili".

Caruso fa notare che "oggi i positivi" a Sars-CoV-2 "andiamo a cercarli con un'attività di tracciamento, mentre in passato arrivavano all'osservazione" per lo più già malati, direttamente in ospedale. "Aspettiamo quindi di capire se", oltre a un numero sempre maggiore di casi di infezione, "ci saranno anche sempre più ricoveri e più pazienti in terapia intensiva. E' questo che ci dirà se andiamo verso una seconda ondata importante, mentre al momento - ribadisce l'esperto - la situazione è abbastanza sotto controllo in termini di peso sul Ssn".

Già nella prima fase dell'emergenza coronavirus il presidente dei virologi era fra i sostenitori della stagionalità di Covid-19. Ora "è stata dimostrata: abbiamo visto quasi un azzeramento in estate, mentre adesso è ricominciata la salita". In altre parole, il pericolo di tornare in inverno a "grossi numeri" anche sul fronte ricoveri esiste. Ma "molto dipenderà da noi", insiste Caruso, convinto che "questa situazione può anche invertirsi. Abbiamo visto alcune aree, penso alla provincia di Nizza, che hanno fatto molta attenzione al distanziamento, all'uso delle mascherine, al predisporre locali ben strutturati per accogliere clienti, all'organizzazione nei posti di lavoro, e hanno visto calare il numero dei positivi. Possiamo invertire il trend - esorta il virologo - Siamo ancora in tempo".

"STUDI SU VARIANTE BUONA, MA MANCANO FONDI" - Continuano gli studi sulla variante 'buona' di coronavirus Sars-CoV-2 isolata prima dell'estate dal Laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili di Brescia, diretto da Arnaldo Caruso. "Abbiamo pubblicato quel lavoro sul 'Journal of Translational Medicine' - fa il punto l'esperto - Ora la diffusione di questo virus", che si presentava "estremamente meno potente" e "geneticamente mutato", è "oggetto di studio. Stiamo facendo analisi a tappeto su tutti i campioni che ci sono pervenuti da maggio in poi. Ma un po' per la situazione diagnostica contingente che ci impegna molto, un po' per l'assenza di risorse specifiche, ogni centro di ricerca coinvolto sta cercando di andare avanti con il poco che ha".

"Non scordiamoci - sottolinea infatti lo specialista, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all'università degli Studi di Brescia - che non disponiamo di fondi ministeriali, né sono previsti in futuro. Facciamo il possibile con quello che abbiamo, ma le risposte che cerchiamo si possono avere soltanto con studi approfonditi che richiedono del tempo", precisa.

La ricerca pubblicata, ricorda Caruso, "dimostra che la variante isolata presenta delle mutazioni uniche". Gli elementi emersi "fanno pensare che il patogeno della Covid-19 più in là tenderà a prendere su di sé altre mutazioni, e l'auspicio è che queste mutazioni lo possano portare in futuro ad essere sempre meno aggressivo".

Già annunciando la scoperta l'esperto aveva precisato che la 'tregua' concessa dall'epidemia nei mesi più caldi era presumibilmente legata a "un andamento stagionale dell'infezione", più che a un cambiamento del nuovo coronavirus. E ancora oggi Caruso puntualizza: "Noi non ci aspettiamo che varianti più miti possano prendere immediatamente il posto del ceppo più aggressivo. Sarà una cosa che vedremo nel tempo, ma che possa avvenire è una speranza - conclude - anche per alleviare la sintomatologia di questa malattia".

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