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Covid, quali tempi per un vaccino italiano?

13 luglio 2021 | 15.22
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Scaccabarozzi: "Dal prossimo anno". Pregliasco: "Servono vaccini nuovi"

(Afp)
(Afp)

Vaccino anti Covid italiano "già dal prossimo anno". Parola di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervenuto al Life Sciences Pharma & Biotech Summit organizzato da 'Il Sole 24 Ore'. "Ho avuto conferma da parte di alcune aziende che i colloqui con il Mise sono andati bene e si stanno preparando", ha spiegato.

"Quando è iniziato il lavoro al Mise - ha sottolineato Scaccabarozzi - è stato fatto con grande trasparenza e obiettivi seri. Ricordo che le parole del ministro Giorgetti sono state 'non è un problema politico, né finanziario, né industriale. Qui c'è un problema di salute e dobbiamo lavorare tutti insieme'. Abbiamo lavorato e abbiamo dato al Mise tutta una serie di informazioni. Ci sono già tutta una serie di imprese che sono coinvolte nella produzione dei vaccini. Avevamo però detto che i tempi non erano velocissimi perché la produzione di un vaccino da quando un impianto è pronto richiede dai 4 ai 6 mesi, a volte 1 anno, perché sono prodotti biologici".

"Sono vaccini nuovi e diversi - ha evidenziato il presidente di Farmindustria - Abbiamo eccellenze che producono vaccini batterici, questi sono per i virus. Abbiamo fatto scouting anche sui materiali, ma è difficile che il processo sia fatto tutto da una sola azienda. E' importante la collaborazione tra aziende. Credo che già dal prossimo anno si possa andare in questa direzione", ha concluso.

Sul vaccino italo-svizzero di ReiThera, del quale sono stati annunciati dati positivi della sperimentazione di fase 2, il virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco ha osservato che "opzioni nuove sono certamente da portare avanti in termini di quantità e di tipologia di vaccini, quindi vedo assolutamente un'utilità nell'andare oltre". "Servono vaccini nuovi soprattutto per i Paesi poveri - ha sottolineato Pregliasco all'Adnkronos Salute - dove è più difficile arrivare con quelli che necessitano di una catena del freddo e da cui, senza copertura immunitaria, potrebbero arrivare varianti pericolose".

Oggi allo Spallanzani c'è stato un incontro sulle potenzialità di sviluppo clinico del vaccino di ReiThera. Al vertice hanno partecipato l'ambasciatore della Repubblica del Messico, Carlos Garcia d'Alba, e il direttore dell'Inmi Francesco Vaia, insieme a un gruppo di ricercatori dell'Istituto e a rappresentanti della società che ha sviluppato il prodotto.

Questo vaccino è pronto a entrare nella fase 3, quella che precede l'autorizzazione all'uso clinico, e la Repubblica del Messico sta valutando l'opportunità di sostenere questa fase di sperimentazione. E' stato programmato un nuovo incontro per la prossima settimana, al quale è prevista la partecipazione della viceministra messicana della Sanità, per approfondire ulteriormente questa collaborazione.

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