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Covid, su mappa europea Emilia, Veneto, Friuli e Bolzano in rosso scuro

25 gennaio 2021 | 18.54
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Nella mappa stilata dall'Ecdc con le regioni italiane anche gran parte della Spagna, l'intero Portogallo, l'intera Irlanda, tutti e tre i Paesi baltici, parti della Germania, della Francia, la Repubblica Ceca e il sud della Svezia

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Tre regioni del Nord Italia (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna) e la Provincia Autonoma di Bolzano rischiano di finire in 'rosso scuro' sulla mappa stilata dall'Ecdc per 'fotografare' la situazione epidemiologica dell'Europa. Il commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders oggi a Bruxelles ha mostrato una mappa, non ancora pubblica, che simula l'applicazione della raccomandazione di oggi sulle restrizioni di viaggio interne all'Ue alla mappa dell'Ecdc.

Su quella mappa, per l'Italia sono in rosso scuro Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e provincia di Bolzano, oltre a gran parte della Spagna, l'intero Portogallo, l'intera Irlanda, tutti e tre i Paesi baltici, parti della Germania, della Francia, la Repubblica Ceca, il sud della Svezia.

Secondo la raccomandazione annunciata oggi dalla Commissione, che mira a contrastare la diffusione delle nuove varianti del coronavirus Sars-CoV-2, per chi proviene da una regione rosso scuro, gli Stati membri dovrebbero richiedere di effettuare un test prima dell'arrivo e (non 'o') passare un periodo di quarantena.

Immediata la contestazione del governatore del Veneto Luca Zaia. “Immagino che l’Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. Questo è un errore di fondo che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su centomila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno. In Veneto arriviamo a farne 60-65mila al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. È quindi ovvio che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno. Noi – incalza Zaia – abbiamo sempre avuto una percentuale di positivi sui tamponi eseguiti giornalmente non superiore all’8%, e in questi ultimi 20 giorni tale percentuale si è attestata tra il 2% e il 4%. Quindi – conclude il governatore – tutti, a ogni livello, devono parlare sulla base di dati omogenei, perché altrimenti, come in questo caso, scaturiscono dati fuorvianti, che non c’entrano assolutamente niente con la realtà”. Le rilevazioni del Veneto, peraltro, parlano chiaro in questo senso, con 201 casi su 100.000 su base settimanale.

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